Angelo De Mattia
Angelo De Mattia

Bce al bivio/ La contesa sui tassi tra falchi e colombe

di Angelo De Mattia
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Mercoledì 13 Settembre 2023, 00:29

Domani sarà una giornata cruciale per le decisioni della Bce: si constaterà se, in aggiunta a quanto è stato detto (anche in chiave critica) in questi mesi sul governo della moneta, le stime della Commissione europea che segnalano diffuse revisioni al ribasso della crescita fino alla caduta dell’economia tedesca incidano o no nelle valutazioni del Consiglio direttivo. Si varerà un’ulteriore restrizione provocando effetti negativi sull’attività economica più pesanti del previsto, per usare un concetto della stessa Commissione, oppure si coglieranno, mostrando finalmente resipiscenza, i duri segnali per un ripensamento o, quanto meno, per una pausa nel percorso di aumento dei tassi di riferimento che ad agosto alcuni osservatori prevedevano nella misura di altri 25 punti base?

Il quadro si è aggravato e sarebbe degna di una miglior causa l’insistenza nell’assumere esclusivamente l’obiettivo della riconduzione dell’inflazione al 2 per cento, ottemperando, sì, al mandato conferito dal Trattato Ue all’Istituto per il mantenimento della stabilità dei prezzi, ma danneggiando nel breve termine l’economia già colpita dalle crisi e dagli impatti della guerra contro l’Ucraina. In effetti, non è in discussione l’azione anti-inflazione, che peraltro la Bce avrebbe dovuto svolgere d’anticipo agendo sulle aspettative quando essa aumentava e, invece, si sosteneva contro la realtà che si trattava di un incremento transitorio. Ma quest’azione richiede una valutazione dei tempi, dei modi, dei necessari raccordi con la politica economica e con la funzione di Vigilanza bancaria, esige che si tengano presenti i rapporti tra stabilità monetaria e stabilità finanziaria, non si svolge nel vuoto torricelliano nè è come un farmaco che si continua a somministrare pur constatando i deleteri effetti collaterali. La storia della conduzione della politica monetaria, da parte della Banca d’Italia, quando questa aveva i pieni poteri in materia, insegna come si adopera la leva dei tassi (e, ai tempi, pure del cambio) per conseguire, senza causare danni correlati, l’obiettivo della stabilità.

E’ immaginabile che anche la componente tedesca, inquadrata per definizione tra i “ falchi” della Bce, si arrocchi contro una pausa nella strategia monetaria ora che le stime segnalano una crescita negativa per l’anno del -0,4 per cento? Si confida, per risollevarsi dalla recessione, nella politica economica? Certo, è possibile, data la storica avversione nei confronti dell’inflazione. Ma non si ritiene che l’accoppiamento con una politica monetaria ulteriormente restrittiva finirà con l’ostacolare o rallentare la ripresa auspicata? Sia chiaro e ciò vale anche per noi: impostare una strategia che tenga conto di considerare preferibile il rischio di fare troppo poco rispetto a quello di fare molto non significa che si possa allentare l’azione per le riforme e per una prova che bilanci rigore ed efficacia nella prossima manovra. Lavoro, investimenti, produttività, insomma famiglie e imprese sono titoli che richiederanno una chiara e impegnativa articolazione. Ma, anche in questo caso, il consolidamento della restrizione monetaria causerebbe un danno a cominciare dal costo dei mutui e dagli oneri del finanziamento all’economia per non parlare della raccolta del risparmio da parte del Tesoro. 
Già, del resto, si segnala, la diminuzione dei prestiti bancari complessivi. Gira e rigira, la via ragionevole, equilibrata, proporzionata è almeno quella del fermarsi e spostare in avanti le ulteriori decisioni che dovrebbero comunque essere di allentamento. Ma sarebbe un errore grave, comunque una soluzione di facciata, se si pensasse di bilanciare lo “ stop” all’aumento dei tassi con una nuova riduzione del bilancio della Bce, per esempio agendo sulla quantità dei reinvestimenti di titoli rimborsati. Sarebbe quasi una presa in giro non degna di una istituzione prestigiosa quale la Bce.
In ogni caso con tutto il rispetto per l’indipendenza di quest’ultima, domani sarà l’ora dei componenti del Direttivo che vengono etichettati come colombe, della loro capacità di aggregare consensi, della determinazione, se sarà necessario, ad affrontare un duro confronto dialettico.

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