Angelo De Mattia
Angelo De Mattia

Le banche in crisi/Quali misure per tutelare i risparmi dei correntisti

di Angelo De Mattia
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Venerdì 24 Marzo 2023, 01:36 - Ultimo aggiornamento: 21:35

Dopo la Segretaria al Tesoro Usa, Janet Yellen, anche il presidente della Fed, Jerome Powell, ha assicurato che, se si dovessero verificare altri casi Silicon Valley Bank (Svb), i depositi saranno tutti tutelati nella loro interezza. Powell ha inoltre ammesso che si dovrà rimediare alle carenze nella regolazione e nella vigilanza evidenziate nel dissesto Svb. E va registrato un certo allentamento nella politica monetaria Usa (con il rialzo dei tassi di soli 25 punti rispetto alla previsione di 50) segnalato anche dalla mancanza di riferimenti sulle scelte dei mesi a venire. Ciò evidentemente per tener conto, accanto al contrasto all’inflazione, della necessità di tutelare la stabilità finanziaria.

Ma non è detto che tutto si ricomponga senza ferite. I problemi che dovranno essere affrontati anche in Europa sono infatti complessi. Vi è l’esigenza, nonostante il casus belli (il dissesto del Credit Suiss) si sia verificato fuori dall’Unione e dall’Eurozona, di riflettere ancora sulle misure da assumere per prevenire episodi simili, naturalmente senza ricorrere a rigorismi che abbiano il solo scopo di deresponsabilizzare i vigilanti. Occorre dunque fare leva sulla selettività delle misure e sulla loro prevedibile efficacia, rifuggendo “il troppo e ‘l vano”. Negli Stati Uniti, come accennato, appare necessario mettere ordine nella regolamentazione dopo che si è passati dal rigoroso Glass-Steagall Act al suo superamento  ad opera di Bill Clinton, quindi alla successiva introduzione, anche in questo caso per eccesso di rigore, del Dodd-Frank Act che l’amministrazione Trump ha fortemente sminuito. Andranno pure riconsiderati i rapporti tra la Vigilanza centrale e quella dei singoli Stati. Vi sono infine da definire le responsabilità dei manager e i poteri di rimozione.


Naturalmente, il punctum dolens resta la tutela della stabilità monetaria congiuntamente con quella finanziaria, non potendosi scindere le due missioni, come la vicenda Svb ha dimostrato. In Europa, il punto centrale è il progetto largamente incompiuto di Unione Bancaria, che comprende il pilastro dell’assicurazione europea dei depositi oltre alla Vigilanza Unica e al Fondo di risoluzione per gli istituti in difficoltà, la cui dotazione insufficiente avrebbe bisogno di una funzione di appoggio da attribuire al Meccanismo europeo di stabilità (Mes) in un ruolo di paracadute: una materia attualmente all’esame del governo italiano ai fini della sua ratifica.

Ebbene, dopo circa nove anni il progetto di Unione Bancaria è tuttora al palo, con i tedeschi e alcuni paesi frugali che si dicono pronti a dare il via libera all’assicurazione sui depositi a condizione che ai titoli di Stato in cui investono le banche, oggi considerati “risk free”, sia applicato un coefficiente di rischiosità o, comunque, si stabiliscano limiti alla loro concentrazione.

Sarebbe la pezza peggiore del buco. In alternativa si chiede che il debito pubblico venga ridotto drasticamente prima di varare l’assicurazione comune sui depositi, ma ciò richiede una lunga prospettiva con la conseguenza che la riforma perderebbe importanza e utilità. A suo tempo, il premier Mario Draghi concluse che era preferibile nessun accordo a un pessimo accordo, come quello voluto dai tedeschi e dai frugali. 


L’insegnamento della crisi, benché finora circoscritta, sollecita una riconsiderazione generale di normative, politiche e controlli. Il governatore Ignazio Visco ha spesso proposto di guardare anche all’esperienza americana della Federal Deposit. Che esista un collegamento tra riforma del Patto di Stabilità, avanzamento dell’Unione Bancaria e Mes è evidente, come si sostiene anche al governo. E’ l’interesse, innanzitutto, della tutela del risparmio e dei risparmiatori a imporre di attuare gli insegnamenti della crisi. Diversamente, andrà valorizzato il principio di sussidiarietà ampliando l’area d’intervento dei singoli Paesi. Ciò non significa affatto negare la resilienza del sistema bancario europeo e nazionale; ma vuole rappresentare la necessità di attrezzarsi ancor meglio mentre incombono eventi e sfide globali, ai quali non eravamo comunque abituati. 


In sintesi, politica monetaria e funzione di Vigilanza, in particolare, debbono far leva sulla loro capacità di prevenire. 

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