Non sarà questa certezza a farci dormire più sereni.
<HS9>Qualcuno tuttavia il sonno lo dovrebbe perdere. Si tratta di quella schiera di presuntuosi e spregiudicati “intellettuali”, italiani e stranieri, che hanno giocato su questo equivoco per firmare appelli, promuovere convegni, insinuare dubbi e suggerire soluzioni al fine di evitare che Battisti pagasse i conto presentatogli dalla Giustizia italiana. Non lo perderanno certo per il rimorso di aver difeso un assassino ormai (dal loro punto di vista) conclamato: la loro ottusa autocertificazione di superiorità culturale li renderà insensibili a questa ammissione di responsabilità che loro avevano sempre contestato. Dovrebbero invece perdere il sonno perché hanno fatto la figura dei fessi, essendo stati smentiti sul più bello proprio dall’individuo che avevano così tenacemente difeso. Perché questa è l’unica conseguenza rilevante di una confessione per altri versi superflua: aver rivelato l’inconsistenza critica di questi personaggi abituati a pontificare sull’Universo senza uscire dal grezzo involucro del pregiudizio ideologico. Se Battisti meritasse un minimo di indulgenza, gliela dovremmo concedere solo per averci consentito di sbugiardare e deridere i suoi imbarazzati sostenitori.
Ora l’uomo si presenta nelle vesti del penitente: vedremo in seguito se questa conversione sia stata suggerita dalla speranza di trarne vantaggi carcerari o da un ravvedimento sincero. Se fosse così, Battisti dovrebbe essere il primo a chiedere l’esecuzione della pena senza sconti e senza dilazioni. La legge comunque farà il suo corso, senza sentimentalismi benevoli e senza accanimenti crudeli. Per conto nostro, ricordiamo che la nostra tradizione culturale e religiosa ammette il perdono solo dopo la confessione, il pentimento, l’espiazione e il fermo proposito di astenersi da ricadute. Di questi quattro requisiti, il primo è stato assolto, e l’ultimo è ormai reso superfluo. Quanto al terzo, solo la coscienza dell’interessato ne conosce le motivazioni. Resta l’espiazione. Si faccia i suoi primi vent’anni di carcere, e poi se ne riparlerà.
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