Coronavirus, Francesco Fioretti: «Vendere i giornali è una missione: come in guerra»

Coronavirus, Francesco Fioretti: «Vendere i giornali è una missione: come in guerra»
di Laura Bogliolo
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Sabato 21 Marzo 2020, 09:29 - Ultimo aggiornamento: 09:32

Da piazza Cornelia, a Montespaccato, ha visto la sua borgata cambiare: ci sono le file fuori al tabaccaio, i bambini hanno smesso di andare a scuola e di giocare in strada, mentre gli autobus viaggiano senza più passeggeri.
Cambiano le abitudini ma anche le vendite nelle edicole ai tempi del Coronavirus e «i quotidiani registrano un aumento fino 30%, in particolare per Il Messaggero, da sempre il giornale più venduto nel quartiere». Le mascherine per contrastare il pericolo di contagio gliele ha regalate un cliente «uno dei tanti che ogni giorno passa a comprare il giornale e a ringraziarmi perché l'edicola è rimasta aperta».
Francesco Fioretti, 40 anni, edicolante di piazza Cornelia, le vendite dei quotidiani sono aumentate?
«Certamente, almeno del 30%, questo è un quartiere popolare, affezionato al Messaggero in particolare e i residenti non hanno smesso di venire in edicola anche se le precauzioni da prendere sono tante».
Quali precauzioni prende contro il contagio?
«Indosso mascherine che un cliente mi ha regalato. Credo che a noi edicolanti dovrebbero dare una priorità nell'acquisto di protezioni in farmacia. Non dico che ce le debbano regalare, ma dovremmo avere la possibilità di trovarle e acquistarle, mentre purtroppo sono esaurite praticamente ovunque».
Oltre alla mascherina cosa usa per proteggersi?
«Ho i guanti, poi sanifico il negozio, inoltre ho messo adesivi sul pavimento per segnalare postazioni a distanza di un metro: ho anche creato due corridoi, uno per entrare e un altro per uscire».
I clienti hanno paura?
«Giustamente cercano di stare lontani gli uni dagli altri, quasi tutti indossano mascherine, e se qualcuno non rispetta le regole ci penso io a ricordargliele... ».
Lavorate molto in questo periodo?
«La mattina si vendono molti quotidiani, inoltre facciamo anche fotocopie, quindi svolgiamo un servizio importante».
Fotocopie per fare cosa?
«Abbiamo stampato almeno 3mila auto-dichiarazioni per uscire di casa, molte persone non hanno la stampante a casa e si rivolgono a noi per ogni necessità. Ad esempio le famiglie stanno facendo moltissime fotocopie per i compiti dei figli e ci ringraziano per il servizio che stiamo offrendo. Vendiamo anche molti libri per la didattica, per colorare, per imparare a leggere, i bambini a casa si annoiano e i genitori sono contenti di trovare in edicola prodotti per i loro figli».
Come tanti altri edicolanti continua ad alzarsi all'alba?
«Certo, iniziamo alle 5.30 ed è giusto così, non avrebbero potuto spostare l'apertura alle 8.30 perché ci sarebbero state conseguenze disastrose nella distribuzione. Dobbiamo resistere, tenere duro, l'informazione è fondamentale nei momenti di crisi e anche se è difficile si deve restare aperti così come è accaduto durante la II Guerra Mondiale».
 

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