ENTRATE FISCALI
«Per me era importante che anche il sindacato condividesse questo percorso, e lo è ancora più oggi che registro qualche distinguo». Che assomiglia a quelli del presidente del Cnel, ai quali in verità ha già risposto a più riprese il presidente di Aiwa, Emmanuele Massagli, che ha dimostrato che le entrate fiscali generate dai servizi di welfare sarebbero di gran lunga superiori alla decontribuzione prevista dalla norma. «Il problema è il Tuir – aggiunge Leonardi – sono le norme fiscali che prevedono un elenco assai diversificato di benefici; non è colpa di chi, applicando quella gamma di possibilità, offre ai lavoratori i viaggi vacanze e la palestra, e non solo previdenza complementare e sanità integrativa». E aggiunge: «Non mi sembra che siano pochi i lavoratori che hanno capito la grande opportunità che viene loro offerta, non è per caso che i tassi di conversione dei premi sono in evidente crescita. Certo, ci vuole più informazione e magari ci vorrebbero più soldi nella busta-paga».
LE RIFORME DIMEZZATE
Leonardi, che è professore ordinario di Economia politica all’Università Statale di Milano, poco meno di un anno fa ha raccolto in un libro la sua lunga esperienza di “consigliere”: «Le riforme dimezzate. Perché lavoro e pensioni non ammettono un ritorno al passato» (Università Bocconi editore). Era il periodo in cui il governo giallo-verde aveva eclissato molti dei “professori” del nuovo welfare. Oggi la nuova maggioranza e il nuovo esecutivo non escludono un ritorno del suo contributo. Secondo Leonardi la vera sfida per la politica economica e sociale italiana è oggi il sostegno alla crescita: un robusto piano di spesa per gli investimenti e riforme (pubblica amministrazione, scuola, università) capaci di aumentare il nostro potenziale di crescita futura.
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