ENPAM: promossa dalla Corte dei conti per il welfare durante la pandemia

ENPAM: promossa dalla Corte dei conti per il welfare durante la pandemia
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Giovedì 21 Aprile 2022, 09:00 - Ultimo aggiornamento: 4 Maggio, 10:00

La Corte dei Conti promuove l’Enpam, evidenziando l’azione svolta nel corso dell’emergenza pandemica con l’obiettivo di introdurre nuove tutele per gli iscritti, oltre a rilevare un calo delle spese per gli organi collegiali e la corretta gestione economica e finanziaria dell’ente

Nella relazione appena pubblicata e relativa al triennio 2018-2019-2020, la magistratura contabile sottolinea il fatto che nel corso dell’emergenza pandemica l’Enpam ha introdotto forme di tutela per gli iscritti, intervenendo con un sostegno al reddito per gli iscritti da un lato, e con l’esonero contributivo – laddove previsto – e la sospensione degli adempimenti e la dilazione dei tempi per il pagamento, dall’altro.

Tra i provvedimenti adottati dall’Enpam nell’ultimo triennio e richiamati dalla magistratura contabile, vi è l’indennità di quarantena per gli iscritti costretti a interrompere l’attività a seguito di un provvedimento dell’autorità sanitaria competente, nonché l’estensione ai contagiati da Covid dell’indennità riconosciuta in caso di inabilità temporanea e assoluta all’esercizio della professione.

La Corte dei Conti evidenzia una crescita progressiva del risultato di esercizio nei primi due anni considerati prima della contrazione nel 2020, quando l’Enpam ha fatto registrare un saldo positivo di 1.222 milioni di euro. Contemporaneamente, il patrimonio netto è aumentato superando a fine 2020 i 24 miliardi, valore che “eccede abbondantemente”, scrive la Corte, il limite fisato per legge delle cinque annualità per le pensioni in essere.

Circa il costo complessivo degli organi collegiali, la relazione della Corte dei Conti evidenzia nel corso del triennio in esame “un trend in costante diminuzione, con un andamento in calo vicino al 5 per cento per ogni esercizio”.

La Corte prende atto anche dell’avvenuta chiusura della stagione degli investimenti in titoli strutturati. “Fra il 2001 e il 2009 – si legge nella relazione – la Fondazione si era esposta fortemente sul mercato dei titoli strutturati, per un importo che superava i 3 miliardi di euro.

Da allora, in assenza di acquisti ulteriori, per effetto di cessioni e rimborsi, quella esposizione si è gradualmente ridotta”. Dal 2021 Enpam non possiede più titoli strutturati.

Nell’ultimo bilancio tecnico, presentato nel 2019 e con proiezioni 2018-2067, “risulta un saldo previdenziale complessivo con valori negativi nell’arco temporale 2027-2040” si legge nella relazione.

“Valori che successivamente, tornano positivi fino a fine periodo. Il saldo totale – conclude la relazione – si mantiene sempre positivo, sia pur con un andamento altalenante, ed il patrimonio complessivo risulta costantemente in crescita”.

Il saldo totale è il parametro su cui viene valutata la sostenibilità delle casse previdenziali dei professionisti. “L’adozione di questo parametro non era scontata e risale al dialogo avuto personalmente con l’allora ministro del lavoro Fornero all’epoca della riforma delle pensioni di un decennio fa – ricorda il presidente dell’Enpam Alberto Oliveti –. Il saldo totale infatti comprende i proventi degli investimenti fatti con il patrimonio accantonato, che Inps per esempio non ha. Se fossimo stati vincolati al solo equilibrio tra entrate contributive e spesa per pensioni, cioè il saldo previdenziale, al momento della riforma avremmo dovuto chiedere sacrifici ancora maggiori, con il paradosso che le casse private come l’Enpam avrebbero mantenuto un patrimonio da parte senza poterlo utilizzare a vantaggio degli iscritti”.

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