Elior: la risposta “smart” alla pausa pranzo

Elior: la risposta smart alla pausa pranzo
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Giovedì 24 Settembre 2020, 10:00 - Ultimo aggiornamento: 9 Ottobre, 14:00

Elior, leader in Italia nella Ristorazione Collettiva, risponde ai nuovi bisogni dettati dallo smart working per lavoratori e imprese con una pausa pranzo digitalizzata

Per circa il 50% dei dipendenti la pausa pranzo in smart working a casa sembrerebbe più complicata da gestire rispetto al pranzo in ufficio. E se il 60% dei dipendenti italiani nei prossimi mesi continuerà a lavorare da casa almeno una volta alla settimana, è importante dare una risposta welfare a quello che si presenta come il momento cardine da tutelare nel rispetto delle politiche di benessere dei lavoratori.

Elior – tra i colossi della ristorazione collettiva che serve nel nostro Paese oltre 106 milioni di pasti l’anno in più di 2.400 ristoranti e punti vendita grazie ai suoi 12.000 collaboratori – ha condotto a inizio mese con Praxidia la ricerca Flessibilità e smart working: come cambia la nuova pausa pranzo degli italiani? su un campione rappresentativo di lavoratori dipendenti.

Tra gli intervistati che reputano più difficile gestire il break lavorando da casa, il 39% ritiene che sia più complesso mantenere un menù vario e bilanciato, il 42% percepisce il momento della pausa come meno rilassante con l’impossibilità di staccare davvero dal lavoro, mentre il 49% denuncia una minore possibilità di fare movimento e il 30% pensa di avere meno tempo per se stesso.

Secondo la ricerca condotta da Praxidia, la pausa pranzo dovrà essere innanzitutto digitalizzata, dal momento della scelta, all’ordine e al pagamento per una più agevole customer experience, semplice da acquistare ma anche da scegliere con una chiara lettura delle ricette, degli ingredienti e dei loro apporti nutrizionali e personalizzata, ovvero garantire flessibilità e rispetto dei diversi regimi dietetici. Con un punto fermo: l’italianità, la genuinità e la tradizione degli ingredienti che sono imprescindibili per il 55% degli intervistati.

Per rispondere ai nuovi stili di vita dei lavoratori italiani e offrire loro una soluzione concreta, Elior ha introdotto sul mercato il servizio iColti in Tavola, una nuova linea di piatti pronti, buoni e salutari confezionati in ATP, una tecnologia di packaging innovativa che consente l’estensione della shelf-life fino a 10 giorni senza l’uso di conservanti. I piatti pronti sarebbero quindi l’alternativa presentata da alcuni ristoratori per rispondere alla chiusura delle mense aziendali e alla flessibilità richiesta dal lavoro agile, senza compromettere tuttavia la salute e il benessere del momento di pausa ma incentivando quella che si presenta come una delle nuove risposte al cambiamento dettato dalla pandemia.

IColti in Tavola possono essere associati al ristorante aziendale  per una maggiore varietà o essere forniti mediante altre modalità di ristorazione, ad esempio Food Urban 360, il nuovo concept di Elior che prevede delle vetrine refrigerate automatiche per la vendita dei pasti o nel Market IColti in Tavola, che ripropongono in azienda un espositore a libero servizio, oltre che inviati a casa del dipendente – per lui ma anche per tutta la famiglia – nei programmi di Welfare at home.

“Elior già da tempo stava studiando l’evoluzione della società e dei modelli di lavoro, caratterizzati da una crescente flessibilità. L’emergenza sanitaria ha accelerato queste dinamiche ed emerge dunque chiaramente la necessità di soluzioni nuove in grado di assicurare ad ognuno la migliore esperienza in pausa pranzo al fiano del ristorante aziendale, su cui continuiamo a puntare ed innovare” sottolinea Rosario Ambrosino, Amministratore Delegato di Elior. “Per raggiungere questo scopo è fondamentale investire sull’evoluzione tecnologica delle nostre cucine centrali, che oggi più che mai sono in grado di coniugare tecniche innovative per il packaging con le competenze dei nostri chef, la cui preparazione e specializzazione nel food è cruciale”.

Il nostro impegno è fornire una risposta alla richiesta di massima flessibilità che ci viene posta dai lavoratori e dalle aziende: dal momento della giornata al luogo in cui consumare il pasto, dal mix di ingredienti fino alla possibilità di avere un pasto veloce ma sano e gustoso al tempo stesso. Per questo abbiamo pensato ad una linea, iColti in Tavola, che avesse queste caratteristiche e fosse disponibile in canali di distribuzione diversificati, in modo da interpretare ancora meglio tutte le nuove modalità di lavoro e stili di vita che vediamo emergere nella società” conclude Andrea Cartoccio, Direttore Marketing Communication & Innovation Elior.

La tendenza alla maggiore velocità nella fruizione della pausa pranzo e una maggiore differenziazione delle esigenze alimentari, oltre alla crescente flessibilità dei modelli organizzativi è rilevata anche da San Benedetto. Relmi Rizzato, Direttore HR, ha sottolineato come l’esperienza del lockdown abbia costretto a rivedere le modalità di fruizione del servizio mensa e della pausa pranzo tra esigenze di evitare gli assembramenti e presenza al lavoro. La necessità di consumare il pasto alla scrivania ha fatto emergere il bisogno di pasti leggeri e diversificati. Tendenza cui l’azienda cercherà di dare risposta anche per il futuro. Massimo Rizzato, Direttore amministrazione del personale, ha raccontato come sarà necessario in futuro pensare a menù e modalità di erogazione dei pasti diversificata in funzione delle diverse categorie di lavoratori, nell’ottica del processo di welfare aziendale.

 

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