Assegno unico e Isee 2023, cosa cambia e come ottenere il nuovo indicatore (entro il 28 febbraio)

Bisogna ricordare che senza una DSU aggiornata al 2023 l’Inps erogherà solamente l'importo minimo

Assegno unico e Isee 2023, cosa cambia e come ottenere il nuovo indicatore (entro il 28 febbraio)
di Marta Giusti
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Giovedì 16 Febbraio 2023, 12:52 - Ultimo aggiornamento: 23:03

Assegno unico 2023. Per averlo bisogna rinnovare l'Isee entro il 28 febbraio. È importante infatti ricordare che senza una DSU aggiornata al 2023 l’Inps erogherà solamente l'importo minimo. La Dsu è la dichiarazione sostitutiva unica e contiene le i informazioni anagrafiche, reddituali e patrimoniali necessarie per ottenere l’indicatore Isee. In pratica, descrive la situazione economica del nucleo famigliare. 

Per l’Assegno Unico universale, l’Isee 2022 è ancora valido e continua a essere utilizzato per calcolare gli importi di gennaio e febbraio 2023. Ma attenzione perché dal 1° marzo le domande di assegno unico presentate nel 2022 accolte e in corso di validità verranno rinnovate automaticamente, non ci sarà bisogno di presentarne una nuova (vanno comunicate solo eventuali variazioni). È obbligatorio, invece, il rinnovo dell’Isee per poter usufruire dell’importo con le maggiorazioni previste in base alla fascia economica.  

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Chi al 1° marzo avrà già presentato l’Isee 2023 riceverà l’importo base e anche la maggiorazione senza interruzioni, gli altri dalla mensilità di marzo riceveranno l’importo minimo, ma avranno il riconoscimento degli arretrati presentando l’Isee 2023 entro il 30 giugno. Dopo aver richiesto l’Isee ordinario, è possibile aggiornarlo con l’Isee corrente se la situazione lavorativa o economica è peggiorata rispetto a quella del 2021, anno di riferimento per i redditi e patrimonio dell’Isee 2023. L'Isee corrente è calcolato in base ad una situazione economica recente.

I dati reddituali, di uno o più componenti il nucleo famigliare, possono essere aggiornati in virtù di un peggioramento della condizione lavorativa come ad esempio in caso di licenziamento o cassa integrazione oppure a causa di una variazione del reddito complessivo del nucleo familiare superiore al 25%. L’Isee corrente è valido per un periodo di 6 mesi salvo ulteriori variazioni. 

Le maggiorazioni previste dalla Legge di Bilancio 2023, invece, saranno erogate automaticamente a chi ne ha diritto a partire dalla mensilità di febbraio. Per tutte le persone che hanno inviato la domanda da gennaio 2022 a febbraio 2023, la prestazione sarà rinnovata automaticamente senza la necessità di ripresentare la richiesta. 

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Come si ottiene l'Isee 2023

Importante: per ottenere l'Isee 2023 l'anno di riferimento per il patrimonio è lo stesso che per i redditi, cioè il 2021. Sul portale dell’Inps è possibile richiedere l’ Isee 2023 presentando la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) in modalità precompilata. 

Quali documenti servono per compilare la dichiarazione sostituiva unica utile per avere l'indicatore Isee? Servono il codice fiscale e il documento d'identità del dichiarante. Occorre anche il codice fiscale di tutti i componenti del nucleo familiare ed eventualmente del coniuge non residente e del figlio a carico non convivente (solo se il figlio non è coniugato o se non ha figli o se di età inferiore a 26 anni). 

Per dimostrare il proprio reddito servono il Modello 730 e/o Modello Redditi 2022 e per i dipendenti/pensionati Modelli CU 2022, riferiti ai redditi del 2021. Servono le certificazioni relative a redditi esenti da imposta o assoggettati a imposta sostitutiva o ritenuta a titolo di imposta. È utile presentare la documentazione che attesti compensi, indennità, trattamenti previdenziali e assistenziali, redditi esenti ai fini Irpef, redditi prodotti all'estero, borse e/o assegni di studio, assegni di mantenimento per coniuge e figli, compensi erogati per prestazioni sportive dilettantistiche, somme percepite da enti musicali, filodrammatiche e similari. Serve la dichiarazione IRAP per imprenditori agricoli, il valore del patrimonio netto per le imprese individuali in contabilità ordinaria al 31/12/2021, se si è separati serve la sentenza di separazione o divorzio con l’indicazione dell’eventuale assegno di mantenimento per i figli.  Per i residenti in Trentino è obbligatorio dichiarare tutte le indennità provinciali percepite (Assegno Regionale, Redditi di Garanzia, Assegno per le famiglie numerose, indennità reddituali collegate all'ICEF). Nel caso in cui tutti i redditi prodotti nell’anno 2021 siano stati dichiarati nella dichiarazione dei redditi 2022 (redditi 2021) il dato potrà essere acquisito dall'Inps attarverso l’Agenzia delle Entrate e utilizzato in fase di calcolo dell’Indicatore Isee.

Se c'è un patrimonio, dei risparmi, bisogna presentare la relativa documentazione che lo dimostri: parliamo di depositi bancari e/o postali, libretti di deposito, titoli di stato, obbligazioni, azioni, BOT, CCT, buoni fruttiferi, fondi di investimento, forme assicurative di risparmio e qualsiasi altra forma di gestione del patrimonio mobiliare, anche detenuto all'estero.

Bisogna dire di che tipo è quel patrimonio, ad esempio: conto, conto deposito, deposito vincolato. Bisogna comunicare il numero identificativo del rapporto patrimoniale, codice fiscale dell'istituto bancario o società di gestione del patrimonio, data di apertura ed eventualmente di chiusura dei rapporti patrimoniali.
Serve comunicare anche il saldo e la giacenza media annua riferita a depositi bancari e/o postali (con estratti conto trimestrali e/o mensili). Per i lavoratori autonomi e le società: patrimonio netto risultante dall'ultimo bilancio presentato ovvero somma delle rimanenze finali e dei beni ammortizzabili al netto degli ammortamenti. Per quanto riguarda il patrimonio immobiliare bisogna comunicare certificati catastali, atti notarili di compravendita, successioni, e/o altra documentazione sul patrimonio immobiliare, anche se detenuto all'estero (fabbricati, terreni agricoli, aree edificabili). Serve dire anche il valore IVIE dell'immobili detenuti all'estero. Occorre presentare l'atto notarile di donazione di immobili (solo per le richieste di prestazioni sociosanitarie residenziali), la certificazione della quota capitale residua dei mutui stipulati per l'acquisto e/o la costruzione degli immobili di proprietà. E infine serve la certificazione inerente ad attività finanziarie possedute al 31/12 /2021.

Se si possiedono auto o barche, anche quelle vanno dichiarate comunicando la targa o gli estremi di registrazione al P.R.A. e/o al R.I.D. di autoveicoli e motoveicoli di cilindrata pari o superiore a 500cc, di navi e imbarcazioni da diporto.

Se ci sono famigliari disabili serve comunicare la certificazione della disabilità (denominazione dell'ente che ha rilasciato la certificazione, numero del documento e data del rilascio) ed eventuali spese pagate per il ricovero in strutture residenziali (nell'anno precedente la presentazione della DSU) e/o per l'assistenza personale (detratte/dedotte nella dichiarazione dei redditi del secondo anno precedente a quello di presentazione della DSU).

Quante famiglie chiedono l'assegno unico e quanto percepiscono?

Nel periodo tra marzo e dicembre 2022 sono stati erogati complessivamente alle famiglie assegni per 12,9 miliardi di euro. La spesa relativa ai nuclei non percettori di RdC risulta pari a 12,3 miliardi di euro, in riferimento a una platea di circa 5,7 milioni di richiedenti e 9,1 milioni di figli beneficiari di almeno una mensilità; gli importi medi mensili sono risultati pari a 233 € per richiedente e a 146 € per figlio. I nuclei percettori di RdC con almeno una mensilità della prestazione integrata dall’assegno unico sono 498mila, con riferimento a circa 845mila figli a carico, di cui circa 464mila appartenenti in via esclusiva a nuclei percettori di RdC. Per essi si è proceduto al calcolo dell’integrazione dell’AUU sottraendo, dall'importo teorico dell’assegno spettante, la quota di Reddito di cittadinanza relativa ai figli che fanno parte del nucleo familiare; l’importo medio mensile di tale integrazione è risultato pari a 166 € per nucleo.

Per i nuclei non percettori di RdC, circa la metà degli assegni pagati per figlio si riferisce a beneficiari appartenenti a nuclei con Isee inferiore ai 15mila euro; circa il 20% dei figli, invece, appartiene a nuclei familiari che non hanno presentato Isee. Per essi, con riferimento al mese di dicembre, l’importo medio per figlio, comprensivo delle maggiorazioni applicabili, va da poco meno di 50 € (per chi non presenta Isee o supera i 40mila euro) a 195 € per le classi di Isee fino a 15mila euro. Si ricorda che l’importo base dell’assegno per ciascun figlio minore, in assenza di maggiorazioni, va da un minimo di 50 €, in assenza di Isee o con Isee pari o superiore a 40mila euro, ad un massimo di 175 € per Isee fino a 15mila euro.

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