Tavolini all’aperto per bar e ristoranti fino a fine anno. Mentre sul fronte superbonus non ci sarà un ulteriore rinvio, dal 31 marzo al 30 giugno, della possibilità di sfruttare l’agevolazione del 110%. Se il decreto Milleproroghe rappresenta tradizionalmente una specie di ultimo treno su cui possono trovare posto norme varie non entrate nella legge di Bilancio, la conversione parlamentare di questo provvedimento serve ad aggiungere ancora qualche misura e a risolvere eventuali problemi dello stesso esecutivo. La novità sui dehors ha trovato comunque un apprezzamento trasversale da parte delle forze politiche e delle categorie interessate. Si tratta di una forma di semplificazione che era stata introdotta in via eccezionale quando imperversava la pandemia, per dare respiro agli esercizi colpiti dall’impatto delle restrizioni legate proprio al Covid.
La verifica
In pratica era stata data agli interessati la possibilità
di ottenere l’autorizzazione a disporre sedie, tavolini e
relative coperture all’aperto senza particolari
formalità: non c’è quindi bisogno della
verifica sulla compatibilità dal punto di vista
paesaggistico. Una scelta poi confermata. Di proroga in proroga si
era arrivati al 30 giugno di quest’anno: ma era abbastanza
difficile immaginare che si potesse tornare indietro proprio con la
stagione estiva appena iniziata. E dunque il traguardo si sposta a
fine anno. Invece l’azzeramento della tassa
sull’occupazione del suolo pubblico, introdotto sempre per
alleviare l’impatto del Covid, era già venuto meno nel
corso del 2022, salvo naturalmente la possibilità per i
Comuni di agevolare gli esercenti. La Fipe, federazione dei
pubblici esercizi, saluta con favore la conferma della
modalità semplificata ma chiede al governo e alle
amministrazioni locali di «mettersi al lavoro per rendere
queste novità concrete e strutturali». Soddisfazione
è stata espressa dal ministro del Turismo Daniela
Santanché.
Non sarà invece messo ai voti, in mancanza del parere
favorevole del governo, l’emendamento che interveniva sulla
norme in tema di superbonus per le abitazioni unifamiliari. Resta
quindi l’attuale assetto normativo, definito con
l’ultimo decreto Aiuti. In quella sede la misura
dell’agevolazione era stata ridotta dal 110 al 90 per cento
per gli edifici condominiali, mentre per quanto riguarda le
villette veniva prevista la possibilità di sfruttare il 110
fino al 31 marzo di quest’anno (invece che fino al 31
dicembre) a condizione che risultasse eseguito a settembre 2022 il
30 per cento dei lavori. Salta quindi l’ipotesi di portare
avanti la scadenza di altri tre mesi, fino al 30 giugno: decisivo
è stato il fatto che lo slittamento avrebbe comportato un
costo non indifferente per il bilancio dello Stato, sotto forma di
minori entrate. Per i condomini invece - in base a quanto previsto
dalla legge di Bilancio - la misura massima dell’incentivo si
applica sulle comunicazioni presentate fino alla fine dello scorso
anno.
Gli incarichi
Un altro emendamento che non dovrebbe avere seguito, anche se
presentato dallo stesso governo, riguarda gli incarichi ai vertici
delle società pubbliche: non ci sarà la sospensione
fino al 2026 del divieto di conferire nella Pubblica
amministrazione incarichi retribuiti a pensionati. Quindi chi
ricopre questi ruoli trovandosi in quiescenza potrà
eventualmente continuare a farlo solo a titolo gratuito. Le
valutazioni sono invece in corso su un altro tema in qualche modo
collegato: la possibilità per il personale sanitario di
restare in servizio fino a 72 anni. Una misura che nelle intenzioni
doveva ovviare alle carenze di professionalità negli
ospedali, ma che è stata contestata dai sindacati dei medici
e potrebbe ora cadere.
Un’ulteriore novità riguarda le Regioni: quelle nelle
quali, al 31 dicembre 2022, sono state indette elezioni avranno
più tempo fino al 31 marzo per decidere se aumentare o meno
l’addizionale Irpef.
La votazione sul decreto è proseguita in commissione
Bilancio del Senato nella serata di ieri e dovrebbe concludersi
oggi. Tra i temi controversi che hanno ritardato i lavori, oltre a
quelli più rilevanti come le concessioni per gli
stabilimenti balneari (sui quali l’esecutivo è
intenzionato a trovare una soluzione eventualmente anche al di
fuori del provvedimento) c’è stato pure un emendamento
a firma del senatore e presidente della Lazio Lotito che punta ad
abrogare la consulta dei tifosi nelle società sportive.
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