Superbonus 110 villette, stop alla proroga fino a giugno. Salvi bar e ristoranti: ok ai tavoli all'aperto. Ecco tutte le misure

Martedì 7 Febbraio 2023, 23:09 - Ultimo aggiornamento: 8 Febbraio, 08:50
Superbonus 110 villette, stop alla proroga fino a giugno. Salvi bar e ristoranti: ok ai tavoli all'aperto. Ecco tutte le misure
di Luca Cifoni
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Tavolini all’aperto per bar e ristoranti fino a fine anno. Mentre sul fronte superbonus non ci sarà un ulteriore rinvio, dal 31 marzo al 30 giugno, della possibilità di sfruttare l’agevolazione del 110%. Se il decreto Milleproroghe rappresenta tradizionalmente una specie di ultimo treno su cui possono trovare posto norme varie non entrate nella legge di Bilancio, la conversione parlamentare di questo provvedimento serve ad aggiungere ancora qualche misura e a risolvere eventuali problemi dello stesso esecutivo. La novità sui dehors ha trovato comunque un apprezzamento trasversale da parte delle forze politiche e delle categorie interessate. Si tratta di una forma di semplificazione che era stata introdotta in via eccezionale quando imperversava la pandemia, per dare respiro agli esercizi colpiti dall’impatto delle restrizioni legate proprio al Covid.

La verifica

In pratica era stata data agli interessati la possibilità di ottenere l’autorizzazione a disporre sedie, tavolini e relative coperture all’aperto senza particolari formalità: non c’è quindi bisogno della verifica sulla compatibilità dal punto di vista paesaggistico. Una scelta poi confermata. Di proroga in proroga si era arrivati al 30 giugno di quest’anno: ma era abbastanza difficile immaginare che si potesse tornare indietro proprio con la stagione estiva appena iniziata. E dunque il traguardo si sposta a fine anno. Invece l’azzeramento della tassa sull’occupazione del suolo pubblico, introdotto sempre per alleviare l’impatto del Covid, era già venuto meno nel corso del 2022, salvo naturalmente la possibilità per i Comuni di agevolare gli esercenti. La Fipe, federazione dei pubblici esercizi, saluta con favore la conferma della modalità semplificata ma chiede al governo e alle amministrazioni locali di «mettersi al lavoro per rendere queste novità concrete e strutturali». Soddisfazione è stata espressa dal ministro del Turismo Daniela Santanché.
Non sarà invece messo ai voti, in mancanza del parere favorevole del governo, l’emendamento che interveniva sulla norme in tema di superbonus per le abitazioni unifamiliari. Resta quindi l’attuale assetto normativo, definito con l’ultimo decreto Aiuti. In quella sede la misura dell’agevolazione era stata ridotta dal 110 al 90 per cento per gli edifici condominiali, mentre per quanto riguarda le villette veniva prevista la possibilità di sfruttare il 110 fino al 31 marzo di quest’anno (invece che fino al 31 dicembre) a condizione che risultasse eseguito a settembre 2022 il 30 per cento dei lavori. Salta quindi l’ipotesi di portare avanti la scadenza di altri tre mesi, fino al 30 giugno: decisivo è stato il fatto che lo slittamento avrebbe comportato un costo non indifferente per il bilancio dello Stato, sotto forma di minori entrate. Per i condomini invece - in base a quanto previsto dalla legge di Bilancio - la misura massima dell’incentivo si applica sulle comunicazioni presentate fino alla fine dello scorso anno.

Gli incarichi

Un altro emendamento che non dovrebbe avere seguito, anche se presentato dallo stesso governo, riguarda gli incarichi ai vertici delle società pubbliche: non ci sarà la sospensione fino al 2026 del divieto di conferire nella Pubblica amministrazione incarichi retribuiti a pensionati. Quindi chi ricopre questi ruoli trovandosi in quiescenza potrà eventualmente continuare a farlo solo a titolo gratuito. Le valutazioni sono invece in corso su un altro tema in qualche modo collegato: la possibilità per il personale sanitario di restare in servizio fino a 72 anni. Una misura che nelle intenzioni doveva ovviare alle carenze di professionalità negli ospedali, ma che è stata contestata dai sindacati dei medici e potrebbe ora cadere.
Un’ulteriore novità riguarda le Regioni: quelle nelle quali, al 31 dicembre 2022, sono state indette elezioni avranno più tempo fino al 31 marzo per decidere se aumentare o meno l’addizionale Irpef.
La votazione sul decreto è proseguita in commissione Bilancio del Senato nella serata di ieri e dovrebbe concludersi oggi. Tra i temi controversi che hanno ritardato i lavori, oltre a quelli più rilevanti come le concessioni per gli stabilimenti balneari (sui quali l’esecutivo è intenzionato a trovare una soluzione eventualmente anche al di fuori del provvedimento) c’è stato pure un emendamento a firma del senatore e presidente della Lazio Lotito che punta ad abrogare la consulta dei tifosi nelle società sportive.

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