Sostenibilità e climate change, due italiani su tre stanno cambiando stile di vita

Sostenibilità e climate change, due italiani su tre stanno cambiando stile di vita
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Venerdì 23 Dicembre 2022, 09:28 - Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 12:38

Fa rumore soprattutto tra i giovani, che iniziano a guardare con timore al futuro, la crisi climatica. Il climate change è percepito come imminente dal 36% dei duemila intervistati nel primo report del nuovo Osservatorio Deloitte, “Il cittadino consapevole: comportamenti sostenibili per guidare strategie innovative a sostegno di una rapida transizione ecologica”.

 

Una percentuale che sale al 45% tra la GenZ e al 40% tra i Baby Boomer, preoccupati di lasciare un pianeta in declino alle generazioni che verranno. E pensare che l’Italia, relativamente parlando – ricostruisce lo studio – si sta dimostrando un Paese anche virtuoso: le emissioni totali di gas serra sono diminuite del 26,7% tra il 1990 ed il 2020. Vuoi pure per il caldo record di questo 2022 ormai agli sgoccioli, quasi 7 italiani su 10 (target composto da residenti tra i 18 e i 75 anni, con quote per area geografica, sesso e fasce d’età) temono di essere testimoni della “più grande crisi climatica ed ecologica della storia”. Ma nel concreto, che cosa significa adottare uno stile di vita più sostenibile? Oltre due intervistati su tre dicono di aver cambiato abitudini, in un’ottica green, già prima della pandemia. Riflessione che si ripercuote a cascata sui consumi.

LA CATENA DEL VALORE

 Guardando ai prodotti ci si concentra soprattutto sui materiali impiegati: quanto più rinnovabili (36%), naturali (34) e riciclabili (31) possibile. Ma anche sulla minimizzazione dell’impatto ambientale lungo tutto la catena del valore (31%). Quanto alla durabilità del bene, invece, sebbene centrale per la sostenibilità, non è considerato dai consumatori come un aspetto prioritario, specialmente tra i Baby Boomer, ancora influenzati dalla “cultura del consumo”: solo il 23% di loro dichiara che la durabilità è tra le tre caratteristiche più rilevanti. Chi pratica la sostenibilità – dice lo studio – non solo desidera ristabilire un rapporto positivo con la natura (58%), ma vuole anche percepire maggiori benefici in termini di salute e benessere (49%) e di autostima (48%). E così si incide anche sui consumi legati a mobilità e generi alimentari (51%). «L’innovazione è il vero abilitatore della sostenibilità. Questa profonda presa di coscienza da parte di cittadini e imprese rappresenta l’elemento fondamentale emerso dalla nostra analisi – sottolinea Andrea Poggi, Innovation Leader di Deloitte North and South Europe – Il Next Generation Eu può essere un acceleratore fondamentale. È però importante che le aziende lavorino su un processo di R&S più agile e avanzato, per soddisfare velocemente le nuove esigenze di sostenibilità espresse dalla domanda». «Non da meno deve essere il ruolo giocato dalle istituzioni, che tramite i giusti incentivi, bandi e provvedimenti, devono favorire la creazione di un contesto che sia quanto più ricettivo della sostenibilità e dell’innovazione sostenibile», aggiunge Franco Amelio, Sustainability Leader di Deloitte Italia.

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