Borse, con la recessione si gioca d'anticipo: ecco le opportunità offerte dal 2023

Borse, con la recessione si gioca d'anticipo: ecco le opportunità offerte dal 2023
di Roberta Amoruso
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Venerdì 23 Dicembre 2022, 09:28

Dopo un 2022 duro, ci vorrà una buona dose di diligenza e vigilanza per non cadere nelle possibili trappole del 2023. Sarà certamente un anno complicato, tra la riapertura della Cina e il nuovo traino all’economia - la lotteria dell’inflazione che dovrebbe aver toccato il picco - e l’atteggiamento delle banche centrali che giocano a scacchi con la recessione mentre è ancora in corso il riassetto geopolitico globale e si entra nel vivo della transizione energetica. La stretta sui tassi dovrebbe arrestarsi nei prossimi mesi, è la scommessa. A partire dalla Fed che guarda al 5%, con la Bce verso il 3%. Dipenderà anche dai segnali sulla frenata delle economie, ora ancora contraddittori. Attenzione però, avverte Jp Morgan Asset Management, il 2023 sarà «un anno negativo per l’economia, ma migliore per i mercati». Del resto la frenata dell’economia è tra gli scenari già scontati dai listini se già a fine settembre l’indice S&P 500 era sceso del 25% dal picco. Tanto sell-off «ha portato alcune società con un forte potenziale degli utili a valutazioni molto basse», osserva Maria Paola Toschi, global market strategist della stessa Jp Morgan. Dunque si tratta di andare a caccia di opportunità.

AXA GUARDA ALLA CINA

 Cinque i capitoli da tenere sotto osservazione: la ripresa del reddito fisso; uno scenario rialzista per le azioni; le opportunità negli utili e come difendersi con i dividendi; i catalizzatori della ripresa nei mercati emergenti; il focus sulla sostenibilità. La rotta da seguire per gli esperti di Kairos, in linea con BlackRock, è di un 2023 più favorevole per il segmento obbligazionario. Ma un rallentamento nell’aumento dei tassi d’interesse potrebbe favorire la crescita degli utili. E dunque, occhi alle azioni, i momenti di debolezza dei mercati andranno considerati occasioni di acquisto. E in Italia vanno preferite le società che dipendono da trend strutturali come la digitalizzazione e gli investimenti in energia rinnovabile, e con prodotti di qualità e un certo pricing power, capaci di alzare i prezzi per mantenere i margini. Si tratta di attrezzarsi per un anno da dedicare all’accumulazione paziente di posizioni in vista della ripresa ciclica del 2024. Non è ora di smobilizzare. Su questo sono davvero tutti d’accordo gli outlook prodotti nell’ultimo scorcio di anno da banche d’affari e società di investimento. Vediamo come conviene attrezzarsi. Sull’azionario vanno sovrappesati gli Stati Uniti, in particolare settori “value” come bancari, energia, beni di consumo di base e farmaceutici, sostiene Alessandro Tentori, cio di AXA IM Italia. In un portafoglio equilibrato non va dimenticata la Cina che potrebbe crescere del 5,3% nel 2023 e si candida a diventare la vera locomotiva economica globale del prossimo biennio. Sembra invece da sottopesare un’Europa in cui le incognite recessione, guerra e tassi hanno ancora un ruolo rilevante. I titoli growth, come quelli tecnologici, potrebbero continuare a soffrire la stretta monetaria nel breve termine. Tutti, del resto, rimangono in attesa del mitico pivot, il target finale del rialzo dei tassi, il punto di svolta che potrebbe far ripartire con decisione le Borse. Ma non vanno escluse sorprese inattese dall’inflazione.

BLACKROCK DICE BOND

 Non fidarsi dei mercati azionari, dice quindi BlackRock. Meglio preferire l’Asia a Europa e Stati Uniti, puntare sui bond ma non sulle scadenze di lungo termine per chi dà per certa una recessione europea, probabile negli Usa e una inflazione che, seppur in frenata, rimarrà alta. E con tutto questo dovranno combattere le banche centrali rinunciando ad alzare ancora i tassi, già dal secondo trimestre, se non vogliono deprimere troppo le economie. «Stiamo sottopesando le azioni, il consenso sugli utili sembra troppo ottimistico», sostiene Bruno Rovelli, chief investment strategist per l’Italia del colosso mondiale del risparmio. «Preferiamo Giappone, Cina e Paesi emergenti.

Hanno meno rialzo dell’inflazione e le rispettive banche centrali hanno stretto i tassi con anticipo», prosegue Rovelli, ricordando anche l’attesa crescita dell’economia cinese con l’addio alle restrizioni per Covid. A livello globale BlackRock vede «bene il corporate investment grade obbligazionario. Siamo tuttavia sotto peso nelle parti a lungo termine della curva, neutri su quelli a breve. E troviamo più valore nei mercati pubblici che in quelli privati». Spirano «venti freddi e caldi» di cui tenere conto per Generali Investment. «Inizieremo l’anno con una preferenza per il reddito fisso di maggiore qualità, in particolare Treasuries Usa, credito Investment Grade in euro, ed un approccio difensivo su azioni e credito high yield», sottolinea Vincent Chaigneau. La Fed Put – ovvero l’intervento della Fed in soccorso dei mercati attraverso misure di politica monetaria accomodante - mancherà nella prima parte del 2023, ma «vediamo selezionati mercati emergenti, come il Giappone, un buon target per investitori decisi a posizionarsi in anticipo, per il contesto post-recessione». Sarà quindi l’anno del reddito fisso? L’eccezionale crollo degli indici obbligazionari nel corso del 2022, con un calo del Global Aggregate circa 4 volte superiore a quelli osservati negli ultimi due decenni, stimola ottimismo. A patto che si scelga con cura nel paniere. Generali Investment continua a privilegiare il credito Investment Grade in euro, più conveniente da un punto di vista storico, rispetto ad altri segmenti, in particolare l’high yield globale e il credito Usa. Il rendimento medio dell’indice Euro Aggregate Corporate, che supera il 3,5%, è di oltre 200 punti base superiore al Bund a 30 anni, con una volatilità molto più bassa. Anche gli spread Investment Grade appaiono molto ampi rispetto a quelli sovrani in euro, sebbene questi ultimi siano esposti a una combinazione di rendimenti più elevati e crescita negativa del Pil reale che minacciano la dinamica del debito. Naturalmente, anche gli spread corporate Investment Grade potrebbero aumentare con l’oscurarsi delle prospettive economiche globali, ma per gli investitori “buy-and-hold” proprio il credito Investment Grade può offrire un buon valore e, storicamente, nessun default», dicono gli esperti. Tra gli osservati speciali i titoli finanziari, «dove gli spread si sono ampliati rispetto ai titoli non finanziari, nonostante le azioni finanziarie abbiano sovraperformato l’indice». Meglio rimanere difensivi invece sull’high yield: le insolvenze sono in salita e gli spread sembrano valutare male le pressioni recessive che sono in atto.

CANDRIAM TIFA SMALL CAP

 È il paradiso small cap, invece, la scelta di nicchia di Candriam. Società agili, con forte pricing power, tra cui scegliere la qualità per puntare alla forza del rimbalzo post-inflazione già dimostrata più volte nella storia, anche 50 anni fa, quando era d’obbligo diversificare dalla large cap. «Le small cap, che stanno registrando performance inferiori alle large cap dal secondo semestre del 2021, potranno presto iniziare a sovraperformare», sostiene l’esperto, «ciò potrebbe coincidere con un cambio di politica della Fed o con il momento in cui gli investitori avranno una maggiore visibilità sul controllo delle forze inflazionistiche».

SCUDO-DIVIDENDI

 Anche se prevediamo un contesto macroeconomico difficile nel 2023, dice invece Jp Morgan, «pensiamo che i titoli azionari “income” possano avere un anno positivo, con i dividendi che si dimostrano più resistenti degli utili. Per gli investitori che stanno cercando di aumentare la propria esposizione azionaria, un orientamento all’income potrebbe fornire davvero una valida difesa, con l’opportunità di un potenziale rialzo». Insomma, seminare nel 2023 per raccogliere dal 2024.

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