Youtube viola la privacy dei bambini, verso multa da 200 milioni a Google

Youtube viola privacy bambini, verso multa da 200 milioni d Google
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Sabato 31 Agosto 2019, 20:53 - Ultimo aggiornamento: 21:38
Multa milionaria a Google per YouTube. La società del motore di ricerca più popolare avrebbe accettato di pagare fra i 150 e i 200 milioni di dollari per risolvere la disputa con le autorità americane sulle presunte violazioni della privacy dei bambini da parte della sua piattaforma video, di cui i più piccoli sono fra i più avidi consumatori.

Secondo indiscrezioni, la Federal Trade Commission (Ftc), l'autorità di controllo americana, ha approvato con tre voti a favore e due contrari il patteggiamento di Google e lo ha inviato al Dipartimento di Giustizia per la revisione finale. Se l'accordo sarà approvato si tratterà della maggiore multa civile mai ottenuta dall'authority in casi di privacy dei bambini. La sanzione mostra anche come le autorità americane stiano intensificando gli sforzi per mettere fine alle violazioni della privacy da parte delle aziende della Silicon Valley. Solo lo scorso mese infatti è stata comminata a Facebook una maxi sanzione da 5 miliardi di dollari per lo scandalo dei dati.

Ad accusare YouTube di violazioni è stata lo scorso anno una colazione di gruppi a tutela della privacy, che hanno puntato il dito contro la piattaforma video per il mancato rispetto della legge Children's Online Privacy Protection Act, che vieta ai servizi online di raccogliere i dati e le informazioni personali di minori sotto i 13 anni senza il consenso dei genitori. YouTube - è l'accusa - ha invece raccolto i dati di milioni di bambini che hanno avuto accesso ai suoi servizi senza il consenso di mamma e papà.

Le indiscrezioni sul patteggiamento sono accolte con freddezza dalle associazioni che hanno denunciato YouTube, convinte che la cifra non sia adeguata e non possa funzionare da deterrente per il futuro. «I 150-200 milioni di dollari sono due o tre mesi di raccolta pubblicitaria per YouTube», dice contrariata la Campaign for a Commercial-Free Childhood. «La punizione doveva essere di almeno mezzo miliardo di dollari. Il messaggio che così si lancia è che la legge può essere infranta e passarla liscia», aggiunge Jeff Chester, del Center for Digital Democrary, mettendo in evidenza che se le autorità non assumeranno un atteggiamento più duro per proteggere la privacy dei bambini la pratiche dei social media non cambieranno. Al patteggiamento, che potrebbe essere annunciato ufficialmente in settembre, guardano con attenzione molte app, soprattutto quelle di videogiochi, che vantano negli Stati Uniti milioni di utenti sotto i 13 anni. 



 
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