E questo perchè i progressi tecnologici e la globalizzazione possono offrire importanti occasioni per tutti i paesi. Chance determinanti in un contesto di rallentamento economico «accentuato dall'incertezza, che è anche legata al rischio di escalation delle dispute commerciali». La ricetta di Visco contro la povertà estrema si basa su due misure. «Primo, le economie emergenti che ne hanno più bisogno dovrebbero attuare politiche redistributive. Secondo, la
comunità internazionale dovrebbe intensificare gli sforzi per assicurare che le risorse inviate ai paesi più poveri siano investite in modo efficace» spiega Visco, osservando come sia «preoccupante» che il numero dei poveri nell'Africa sub-sahariana sia in aumento. Un aumento che potrebbe amplificare ulteriormente il rischio di esodo di massa da queste aree.
Un altro elemento chiave nella lotta alla povertà sono i progressi tecnologici se ben governati. Se da un lato nel breve e medio termine la tecnologia rischia di avere un impatto sul mercato del lavoro e sulle disuguaglianze di reddito, dall'altra parte è vero che in molte economie in via di sviluppo «ci sono prove» evidenti sul fatto che '«l'information technology possa creare posti di lavoro aumentando la produttività». Da qui l'invito del governatore ad affrontare le sfide offerte dalle nuove tecnologie senza rallentarne lo sviluppo e senza reintrodurre barriere all'integrazione economica. A criticare le barriere è lo stesso Development Committee che, nel comunicato finale della sua riunione, ribadisce il «ruolo importante degli scambi commerciali internazionali e degli investimenti come motore di crescita».
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