Vincenzo Desario, addio allo "sceriffo" di Bankitalia: svelò gli intrecci più scottanti

Vincenzo Desario, addio allo "sceriffo" di Bankitalia: svelò gli intrecci più scottanti
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Lunedì 30 Novembre 2020, 08:06 - Ultimo aggiornamento: 16:24

Vincenzo Desario, per quasi trent'anni ai vertici della Banca d'Italia e protagonista come ispettore della Vigilanza di alcune vicende cruciali che hanno segnato le pagine migliori della storia dell'Istituto centrale, è deceduto ieri mattina a Ostia.
Nato a Barletta l'11 giugno 1933, Desario ha conseguito la laurea in legge presso l'Università di Bari nel 1956. Tre anni dopo fece il suo ingresso a Via Nazionale come semplice impiegato. Nel 1960 entrò nella vigilanza bancaria distaccato presso la filiale di Foggia dell'Istituto. Nel 1968 venne quindi chiamato a Roma dall'allora governatore Guido Carli con l'incarico di seguire alcune delicate attività ispettive. Nel corso della sua attività di vigilante scoprì i depositi fiduciari della Banca Privata Finanziaria aperti e gestiti illecitamente da Michele Sindona (1974); da ispettore passò al setaccio anche i conti dell'Italcasse, un'attività invisa ad alcuni esponenti della Democrazia Cristiana che nel 1979 sferrarono un clamoroso attacco politico-giudiziario alla Banca d'Italia. Epilogo della vicenda furono le dimissioni volontarie in segno di protesta del governatore Paolo Baffi: ancora oggi quella vicenda viene ricordata come una delle pagine più squallide nella storia della politica italiana.

Morto Vincenzo Desario, per trent'anni ai vertici della Banca d’Italia


DIRETTORE GENERALE ONORARIO
Desario, che ben meritò l'appellativo di sceriffo, mise a nudo anche i conti fallimentari del Banco Ambrosiano guidato da Roberto Calvi, gettando le basi per il successivo salvataggio dell'istituto - quale commissario pro tempore in attesa che Giovanni Bazoli ne assumesse la guida - che di lì a qualche tempo si sarebbe chiamato Banco Ambrosiano Veneto.
Sotto la guida del governatore Carlo Azeglio Ciampi, Desario diventa dal 1983 capo della Vigilanza. Dieci anni dopo, nel 1993, entra nel direttorio di Via Nazionale diventando direttore generale della Banca l'anno successivo. All'indomani delle dimissioni del governatore Antonio Fazio (2005), assume la reggenza di Palazzo Koch fino alla nomina a governatore di Mario Draghi. Al momento di andare in pensione nel 2006 per raggiunti limiti di età, Draghi, dopo aver tentato vanamente di fermarlo offrendogli un alto incarico nella prima fila dell'Istituto, di concerto con il Consiglio superiore lo nomina direttore generale onorario: evento assai raro nella lunga storia della Banca d'Italia. A questo proposito, significativo è il tributo che gli dedicò Draghi in quell'occasione (l'intervento integrale, letto di fronte alle prime linee di Bankitalia, è pubblicato a lato), un tributo che riassume in poche parole la caratura dell'uomo e quanto egli abbia inciso nella storia recente della Banca d'Italia e quindi dell'economia italiana.
Sposato con Luciana Modonesi, Vincenzo Desario ha avuto tre figli: Michele, Gabriella e Davide. In chi ha continuato a frequentarlo anche dopo l'addio agli incarichi istituzionali, Desario lascia un ricordo di grande umanità e sapienza.
O.D.P.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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