Vincenzo Desario, per molti anni ai vertici della Banca d’Italia e protagonista di alcune vicende cruciali che hanno segnato la storia dell’Istituto centrale, è deceduto questa mattina a Roma. Nato a Barletta l’11 giugno 1933, Desario conseguì la laurea in legge presso l’Università di Bari nel 1956. Tre anni dopo fece il suo ingresso a Via Nazionale. Nel 1960 entrò nella vigilanza bancaria nella filiale di Foggia della Banca d’Italia. Nel 1968 venne chiamato a Roma dall’allora governatore Guido Carli. Nel corso della sua attività di vigilante scoprì i depositi fiduciari della Banca Privata Finanziaria di Michele Sindona (1974), e da ispettore passò al setaccio i conti dell’Italcasse che diedero avvio (1979) all’attacco politico-giudiziario alla Banca d‘Italia.
L'attività
Mise anche a nudo i conti fallimentari del Banco Ambrosiano guidato da Roberto Calvi, gettando le basi per il salvataggio dell’istituto che di lì a qualche tempo si sarebbe chiamato Banco Ambroveneto.
Il tributo di Draghi
Significativo è il tributo che gli dedicò Draghi in quell'occasione, un tributo che riassume in poche parole la caratura dell’uomo e quanto egli ha dato al Paese. «Desario - disse Draghi di fronte ai vertici riuniti dell’Istituto - “mastino” quando da ispettore doveva confrontarsi con amministratori e direttori generali di banche, “mastino” quando da direttore centrale della Vigilanza doveva difendere i provvedimenti, le scelte, le decisioni dell’Istituto, non lo era più quando doveva educare generazioni di colleghi ai principi di rigore morale, di correttezza operativa, di serietà professionale, di indipendenza, di senso dell’Istituto, di spirito di servizio che caratterizzano e devono caratterizzare il personale della Banca. Mi auguro che i suoi collaboratori di allora - conclude Draghi - stiano trasmettendo tali valori alle generazioni più giovani. La Banca d’Italia, con tutto ciò che significa per il Paese, si nutre di questi “passaggi del testimone”». Sposato con Luciana Modonesi, Vincenzo Desario ha avuto tre figli: Michele, Gabriella e Davide.
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