Sull'accordo di principio la firma è attesa per la giornata di sabato 23 marzo a Villa Madama, per tracciare i confini di una partnership molto ambiziosa e ad ampio raggio, come dichiarato a più voci nelle ultime ore, fondata su scambi commerciali, investimenti e infrastrutture.
Via i timori, dunque. "Non è un accordo internazionale e non crea vincoli giuridici", tiene a ribadire Conte in Aula mentre rassicura sul contenuto del memorandum, "negoziato per lunghi mesi con Pechino, coinvolgendo tutte le amministrazioni interessate". La parola d'ordine è rassicurare e dunque non manca il passaggio in cui Conte sottolinea che non c'è "alcun rischio per i nostri interessi nazionali ed è pienamente in linea con la strategia dell'Ue" - ed essendo "squisitamente economico-commerciale, non mette minimamente in discussione la nostra collocazione euro-atlantica".
Una posizione condivisa dal Vicepremier pentastellato Luigi Di Maio che ha parlato di "grande opportunità per il Made in Italy in Cina" al quale ha fatto eco il Sottosegretario allo Sviluppo Economico Michele Geraci precisando che "il Governo è allineato al 100%" e parlando di "sintesi ottimale".
SALVINI GUARDINGO. UE PURE - Sceglie la via della cautela Matteo Salvini che nei giorni scorsi aveva mostrato più di qualche perplessità mostrandosi particolarmente attento ai dubbi di Washington. Anche l'Ue segue con molto interesse gli sviluppi e le evoluzioni non vedendo di buon occhio la corsa di un singolo paese verso Pechino, ma Moavero, titolare della Farnesina, getta acqua sul fuoco assicurando che a Bruxelles non ci sono preclusioni per l'iniziativa italiana.
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