Complessivamente, secondo Draghi, le conseguenze in termini aggregati della Brexit sull'economia reale dell'Eurozona saranno limitate, anche se alcuni Paesi sono più esposti di altri. Se "le banche centrali e le autorità sono pronte", per Draghi, le imprese private sono indietro nei preparativi e devono darsi da fare.
Nel contesto di un rallentamento dell'economia internazionale dovuto a diversi fattori, tra cui la crescita più debole della Cina, l'eventualità un "no deal" potrebbe, infatti, aggravare gli effetti negativi sull'economia. "Non siamo in recessione e la probabilità di entrarvi è tuttora piuttosto bassa" ha puntualizzato il presidente della BCE ma, in questa situazione di debolezza economica europea – ha concluso – "serve un grado considerevole di accomodamento monetario".
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