Se a gennaio e febbraio 2021, l'imponibile risultava ancora in calo, rispettivamente con meno 16,6 miliardi e con meno 2,7 miliardi rispetto all'anno precedente, quando ancora non era esplosa la pandemia da Covid, nei quattro mesi successivi il segno è diventato positivo: gli aumenti di fatturato, complessivamente, sono stati pari a 61,6 miliardi a marzo (+31%), a 99 miliardi ad aprile (+67%), a 66,7 miliardi a maggio (+36%) e a 45,3 miliardi a giugno (+21%). L'aumento è trainato dalla ripresa delle attività manifatturiere (+31,1%) e soprattutto dalla spinta del mattone: le costruzioni (+36%) e le altre attività immobiliari (20%) sono tra i comparti che hanno registrato le variazioni più consistenti. A livello territoriale, gli incrementi più importanti si osservano in Friuli-Venezia Giulia (+31,9%), poi in Calabria e Sicilia (entrambe con +21,9%). Nel Lazio, unica regione col segno meno, si è assistito a una diminuzione (-0,8%).
"Il dato è incoraggiante e conferma l'ottimismo che anche il Governo infonde nel Paese, con le stime economiche che prevedono la crescita del PIL a fine anno oltre quota 6%. Tuttavia, l'evidente scarto che si osserva, mese per mese, è figlio delle conseguenze del lockdown dell'anno scorso: le attività economiche si erano fermate e i fatturati di molte imprese e professionisti sono passati, in un solo istante, a zero. In ogni caso, occorre guardare agli aspetti positivi e, in particolare, alla straordinaria capacità di resilienza mostrata dalle nostre imprese, specie quelle più piccole, che, non senza fatica, hanno resistito a una crisi drammatica e adesso, ancora una volta, si fanno carico di trainare l'economia italiana", ha commentato il segretario generale di Unimpresa, Raffaele Lauro.
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