Unicredit pensa alle nozze con Commerzbank se salta l'unione con Deutsche Bank

Jeanne Pierre Mustier, amministratore delegato di Unicredit
2 Minuti di Lettura
Giovedì 4 Aprile 2019, 10:00 - Ultimo aggiornamento: 19:58
Unicredit potrebbe inserirsi tra Commerzbank e Deutsche Bank se dovessero sfumare le nozze tedesche ancora vive ma nel mezzo di un'impasse. Per il Financial Times il gruppo guidato da Jean Pierre Mustier preparerebbe un'offerta multimiliardaria per Commerz. Rumors che Piazza Gae Aulenti non commenta e che lascia freddo più di un analista con il titolo che cede a Piazza Affari lo 0,66%.

Il piano, secondo il quotidiano londinese, prevede l'accumulo di una consistente quota azionaria in Commerzbank (che ha mille filiali) e la fusione con la controllata Hvb, banca con quasi 450 sportelli acquistata sotto la guida di Alessandro Profumo e radicata in particolare in Baviera e Baden-Wurttemberg. La nuova entità avrebbe base in Germania mentre Unicredit manterrebbe quartier generale e quotazione a Milano, Commerzbank resterebbe sul Dax. Nella sostanza un colosso da 36 miliardi di euro di capitalizzazione (Unicredit ne vale 27, Commerz 9 miliardi).

L'interesse per la banca di Francoforte è di vecchia data con un approccio per un'aggregazione già nel 2017. Tuttavia l'offerta, secondo le ricostruzioni d'allora, non maturò tanto per l'opposizione politica in Germania sugli accordi bancari transfrontalieri, quanto perché la banca italiana era nel mezzo di una ristrutturazione delle sue attività. Qualunque accordo avrebbe, comunque, bisogno del placet di Berlino che controlla il 15% e che con l'ingresso di Unicredit potrebbe diluirsi. Da più di un osservatore poi non è escluso che le speculazioni abbiano l'obiettivo di mettere pressione a Deutsche (-0,81% in Borsa e Commerz +3,53%) con quest'ultima che punta ad una fumata bianca rapida e che martedì prossimo riunirà il consiglio.

Il prossimo weekend potrebbe essere un passaggio chiave per i due istituti tedeschi che avrebbero una posizione comune sulle grandi linee della fusione ma senza che si sia ancora deciso nulla. Il piano prevederebbe 30.000 posti di lavoro da eliminare e un aumento di capitale vicino ai 10 miliardi: 4-5 miliardi di costi di ristrutturazione ma anche 1,6 miliardi dell'attivo di Commerz da svalutare (2,4 miliardi prima di alcuni benefici fiscali), principalmente per il portafoglio di titoli di Stato italiani.

Quanto a Unicredit il mercato sembra scettico. Mediobanca Securities, pur ritenendo con un senso e «teoricamente plausibile» un'operazione con Commerzbank, aggiunge tuttavia che è «praticamente irrealizzabile» e vede con «maggiore muscolatura, una valuta più forte e forse anche più sostegno politico per contrastare l'offerta» candidati come Ing, Bnp Paribas e Santander. Tanto Kepler quanto Jefferies ritengono poco probabili al momento fusioni transfrontaliere anche per il freno del contesto regolatorio non favorevole. Di altro avviso Banca Imi secondo cui non si può escludere che il nuovo piano che sarà presentato a dicembre possa prevedere «la possibilità di valutare opportunità cross-border con l'obiettivo di rafforzare la presenza paneuropea del gruppo».
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA