Un Supersalone pop e popolare che sa di ripartenza

Un Supersalone pop e popolare che sa di ripartenza
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Giovedì 9 Settembre 2021, 09:15
(Teleborsa) - Cadere nel luogo comune della "ripartenza" per ogni grande evento che torna in presenza è facile. Quello a cui si sta assistendo in questi giorni a Milano ha però davvero il sapore di una svolta. Anche se non si tratta di un Salone del Mobile classico (quello tornerà ad aprile 2022), il supersalone targato Stefano Boeri sta facendo tornare la fiducia nella città (e regione) locomotive del Paese. Il formato pop e popolare della manifestazione ha inevitabilmente attirato meno buyer internazionali, ma sta centrando l'obiettivo di rimettere in discussione e dare una spinta al settore.

Per come l'ha descritto Interni, la rivista-voce del design italiano, il supersalone "non è una fiera ma un nuovo concept di evento di comunicazione collettiva, pensato per una fruizione istantanea che si rivolge a un pubblico generalista. Una specie di Instagram in 3D dove vince chi sa giocare bene con immagini, allestimenti e video e chi sa attrarre l'occhio". Gli stand degli espositori sono stati infatti sostituiti con pareti espositive che consentono la libera circolazione e mostrano gli oggetti come fossero opere d'arte. Tra le altre novità ci sono la possibilità di acquistare molti prodotti in esposizione e il fatto che la quasi totalità delle strutture saranno smantellate e riciclate dopo la fiera. Se prima la fiera era frequentata solo da mobilieri e appassionati, andare al supersalone assomiglia più a una gita di settembre, con le temperature ancora estive e lo smartphone in mano a immortalare le installazioni più eclettiche, e fa aumentare la voglia di tornare a vivere la normalità.

"La prima sfida vinta è stata riportare a Milano in piena sicurezza un audience internazionale. Dei biglietti poco meno della metà sono di visitatori esteri da ben 115 paesi di cui 89 extra UE", ha detto Andrea Vaiani, Direttore Manifestazioni del Salone del Mobile. Inevitabilmente, i numeri del supersalone non sono paragonabili a quelli dell'ultima edizione della manifestazione classica pre-pandemia. In questi giorni sono presenti in fiera 425 brand, mentre il Salone del Mobile 2019 aveva attirato oltre 2.400 espositori e 386 mila visitatori provenienti da 181 Paesi. Secondo Vaiani, il supersalone è importante perché porterà maggiore attenzione alla sostenibilità e un mix tra fisico e digitale anche alla versione classica del Salone del Mobile, ma è consapevole che l'edizione di questi giorni è un unicum. "Nel 2022 credo che le aziende vorranno un maggiore controllo sul design degli stand e sul modo di comunicare i loro prodotti", ha sottolineato.

Nelle parole di chi ne ha curato l'allestimento, l'architetto Stefano Boeri, il supersalone ha "portato la ricchezza e la varietà culturale di Milano e dell'Italia dentro al Salone" e per descrivere il successo dei primi giorni di fiera usa la parola "incoraggiante". Interpellato su quanto sia stato difficile convincere designer, architetti e aziende della nuova formula, ha detto: "Credo che sia prevalsa la consapevolezza che non si potesse aspettare un altro anno. Sarebbe stato un grande errore. Inoltre, si è capito che proprio nei momenti di difficoltà si sperimentano formati nuovi. Credo che tutte le aziende abbiano visto quello che siamo riusciti a fare tutti insieme, cioè immaginare un supersalone nel solco della tradizione di un evento commerciale ma, contemporaneamente - facendo di necessità virtù un evento che sperimenta nuovi formati".

L'appuntamento milanese è storicamente un volano di business per le imprese della filiera, che in questo evento hanno modo di incontrare buyer da tutto il mondo. Il supersalone non lo sarà come al solito - con le trattative che in questi giorni si stanno spostando negli showroom aziendali in Brianza - ma per fortuna il settore ha già fornito spunti di ottimismo. A snocciolare i dati ci ha pensato il presidente di FederlegnoArredo, Claudio Feltrin: "La produzione complessiva della filiera legnoarredo è di 39 miliardi di euro, il macrosistema arredamento vale 21 miliardi di euro di cui 11 miliardi destinati all'export, e nel primo semestre è cresciuto del 14,3% sul 2019, con un recupero in particolare sul mercato italiano". A rendere le prospettive, seppur positive, ancora instabili sono però la carenza di materie prime e il loro prezzo, ma anche i mutamenti della propensione all'acquisto delle famiglie, che potrebbero tornare a guardare a settori quali turismo e abbigliamento a discapito della casa.
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