S&P ha quindi ridotto la previsione di crescita dello 0.6% al 3,6% a livello globale, dello 0,7% al 3,2% negli Stati Uniti, e dell'1,1% al 3.3% nell'Eurozona. Ritiene che la risposta politica della Cina manterrà la crescita stabile al 5% circa. L'inflazione è ora in primo piano come sfida politica: l'aumento dei tassi del dollaro inasprirà le condizioni finanziarie, modererà la crescita e si ripercuoterà su altre economie, mentre la stretta della BCE sarà molto più graduale.
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