Sono 33.000 gli abitanti di Mariupol che sono stati deportati con la forza in Russia e nei distretti temporaneamente occupati della regione di Donetsk, secondo la commissaria ucraina per i diritti umani Lyudmila Denisova nel suo canale Telegram, come riporta Unian. Nelle zone occupate della città "è in corso una brutale retata di civili, condotta con l'assistenza di collaboratori locali", ha detto Denisova. Il battaglione Azov, la milizia nazionalista di estrema destra ucraina che combatte contro i russi, ha denunciato nel frattempo che "gli occupanti russi hanno usato una sostanza velenosa di origine sconosciuta contro militari e civili ucraini a Mariupol". "La sostanza – ha aggiunto il battaglione – è stata diffusa da un drone e le sue vittime riportano disturbi respiratori". L'intelligence britannica aveva avvertito in mattinata di un "possibile uso futuro di armi al fosforo a Mariupol da parte dell'esercito russo".
Si è tenuto ieri a Mosca tra il presidente russo Vladimir Putin e il cancelliere austriaco Karl Nehammer. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato da Interfax, ha spiegato che l'incontro si è tenuto nella tenuta presidenziale di Novo-Ogaryovo. "Il colloquio con Putin è stato molto duro e franco", ha detto il cancelliere austriaco secondo quanto ha riportato l'agenzia austriaca Apa. "Non è stato un incontro amichevole", ha aggiunto. Il cancelliere austriaco Karl Nehammer ha detto a Vladimir Putin che le sanzioni contro la Russia "saranno ulteriormente inasprite finché in Ucraina le persone continueranno a morire". "Ora informerò nuovamente i nostri partner europei dei miei colloqui con il presidente russo e discuterò ulteriori passi", ha dichiarato Nehammer al termine dell'incontro.
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