Boom del turismo enogastronomico
In Italia nel 2018 spesi 30 miliardi

Boom del turismo enogastronomico In Italia nel 2018 spesi 30 miliardi
3 Minuti di Lettura
Sabato 19 Gennaio 2019, 17:00
Il Colosseo  e il Duomo di Milano, le coste e le acque limpide della Sardegna e della Sicilia, i trulli in Puglia, i sassi di Matera, le Alpi e il golfo di Napoli, ma non solo. I turisti in Italia ci vengono anche per il buon cibo. Perché l'Italia è il paese  dell'agricoltura più green d'Europa con 297 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, 5056 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la Penisola, la leadership nel biologico con oltre 60mila aziende agricole biologiche. E specialità famose in tutto il mondo, dalla pizza napoletana alla pasta alla carbonara o gli spaghetti all'amatriciana. Il 2018, secondo quanto rilevato dalla Coldiretti, è stato un anno record per la spesa turistica a tavola con un impatto economico che supera per la prima volta i 30 miliardi di euro su base annua, divisi tra turisti italiani e stranieri.  L'alimentazione è diventata la principale voce del budget turistico con oltre 1/3 della spesa di italiani e stranieri in vacanza in Italia nel 2018 che - sottolinea la Coldiretti - è stato destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche.
Negli ultimi dieci anni - continua la Coldiretti - si è verificata una vera esplosione in Italia della spesa turistica per la tavola che è balzata del 40% dal 2008 ad oggi, nonostante gli anni di crisi che hanno colpito l'economia mondiale. Si tratta di un risultato che dimostra l'immenso valore storico e culturale del patrimonio enogastronomico nazionale che è diffuso su tutto il territorio e dalla cui valorizzazione - precisa la Coldiretti - dipendono molte delle opportunità di sviluppo economico ed occupazionale. Una ricchezza che purtroppo rischia di sparire dalle strade e dalla piazze delle città italiane sotto la pressione dell'omologazione che porta a consumare gli stessi cibi in ogni parte del mondo, dagli hot dog al kebab fino al sushi. 
L'Italia tra l'altro ha il primato della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,4%). Senza dimenticare - continua la Coldiretti - il boom delle oltre 23 mila aziende agrituristiche italiane che nel 2018 hanno registrato più di 13 milioni di presenze, grazie alla capacità di mantenere inalterate le tradizioni alimentari nel tempo con menù locali a base prodotti di stagione a chilometri zero e biologici ma anche l'offerta di programmi ricreativi come l'equitazione, il tiro con l'arco, il trekking ma non mancano le attività culturali come la visita di percorsi archeologici o naturalistici ma anche corsi di cucina o di orticoltura. 
«L'Italia è il solo Paese al mondo che può contare primati nella qualità, nella sostenibilità ambientale e nella sicurezza della propria produzione agroalimentare che peraltro ha contribuito a mantenere nel tempo un territorio con paesaggi di una bellezza unica», ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che i tesori enogastronomici sono delle vere e proprie opere d'arte conservate gelosamente da generazioni di agricoltori che vanno difese dal rischio dell'omologazione e falsificazione.
Per questo è nato un fronte europeo per chiedere l'indicazione obbligatoria dell'origine in etichetta attraverso una petizione che si può sottoscrivere sul sito www.eatoriginal.eu.
© RIPRODUZIONE RISERVATA