Trump, nuovo attacco alla Fed: «Non sa quello che fa, deve abbassare tassi»

Trump, nuovo attacco alla Fed: «Non sa quello che fa, deve abbassare tassi»
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Venerdì 5 Luglio 2019, 19:00 - Ultimo aggiornamento: 22:36
Donald Trump torna ad attaccare pesantemente la Fed chiedendo di ridurre i tassi, ma gli ottimi dati di giugno sull'occupazione sembrano allontanare questa prospettiva, come suggerisce anche la reazione di Wall Street, in calo sin dall'apertura.

«Se la Fed abbassasse i tassi di interesse, la nostra economia sarebbe come un razzo», ha incalzato il presidente, che vuole arrivare alle elezioni del 2020 con il vento in poppa di una crescita record. «Noi paghiamo molti interessi e non è necessario, purtroppo abbiamo una Fed che non sa quello che sta facendo», ha accusato, interferendo ancora con l'indipendenza della banca centrale americana. Secondo Trump, i vertici della Fed - in primis il presidente Jerome Powell - perseguono una politica monetaria di rialzo dei tassi che tarpa le ali all'economia americana, potenzialmente capace di far volare il pil a +4% o 5%, a suo avviso. «Un errore», ha sostenuto
ripetutamente, sostenendo di avere tutto il diritto come presidente di sostituire Powell, anche se ha assicurato di non aver mai preso in considerazione questa decisione.

Il tycoon si è rallegrato poi per l'ultimo rapporto sull'occupazione di giugno, una conferma del fatto che l'economia americana è entrata nel periodo di espansione più lungo della sua storia contemporanea: sono stati creati 224.000
nuovi posti di lavoro, contro i 160 mila previsti dagli analisti. A trainare la crescita sono stati il settore sei
servizi alle imprese e la sanità, seguiti dal settore pubblico e dei trasporti. In calo il settore dell'auto. E se il tasso di
disoccupazione è salito al 3,7% (+1%) è per una buona ragione: la maggiore partecipazione al mercato del lavoro, secondo il ministero del lavoro Usa.

Il balzo segue un mese di maggio deludente, dove erano stati creati solo 72 mila nuovi posti, e mette a tacere i timori di una frenata dell'economia americana. «Siamo in un ciclo di prosperità solida», ha assicurato il consigliere economico della Casa Bianca, Larry Kudlow. «La crescita è più rapida, la prosperità è più forte, le ineguaglianze meno grandi», ha aggiunto parlando alla Fox. Ma i dati positivi sull'occupazione allontanano l'ipotesi di una riduzione del tassi di interesse nella riunione di fine mese della Fed. Per questo la Borsa americana, ma non solo, resta in flessione. A fine luglio si conosceranno comunque altri indicatori significativi, come il pil del secondo trimestre. Un segnale importante per capire il trend dell'economia americana. La Casa Bianca prevede sempre una crescita del 3% almeno per il 2019. Ma la maggioranza degli economisti e delle istituzioni economiche sono scettiche. Dopo il +2,9% del 2018, la Fed stima un rallentamento a +2,1% e il Fmi a +1,9%, nella convinzione che quest'anno si interrompa l'effetto della riforma fiscale che ha tagliato le tasse alle imprese. Molto dipenderà anche dalle varie guerre commerciali in standby, come quella con la Cina e la Ue.

 
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