Tutta l'Eurozona guarda al Governo italiano e gli ricorda che le regole vanno rispettate, per il bene dell'Italia e di tutti i partner. Il 130% di debito attuale, sottolinea il commissario Pierre Moscovici, «è già troppo». Ma Salvini ribadisce: «Straccerò le regole che stanno massacrando l'Italia».
Al suo ingresso all'Eurogruppo il ministro dell'Economia getta subito acqua sul fuoco: «C'è un Def approvato da Governo e Parlamento», e il Governo «sta lavorando» per attenersi a quegli obiettivi. Tria attribuisce la «fibrillazione dei mercati» al clima da campagna elettorale, e non alle uscite del ministro dell'Interno. Ma non nasconde le difficoltà che il rialzo degli spread comporta. Anche se l'acquisto di titoli di Stato italiani sono «un buon affare per chi li acquista», in realtà «è un problema per l'Italia che paga alti tassi d'interesse».
Visco è ancora più esplicito: l'effetto dell'aumento dello spread sul costo dei prestiti bancari a famiglie e imprese «è stato finora limitato», ma «segnali di tensione stanno iniziando ad emergere». E spiega che il differenziale è salito anche per i timori di una «ridenominazione dei titoli in una diversa moneta» rispetto all'euro, ovvero di un'uscita dell'Italia dalla moneta unica, come suggeriscono «i premi sui Cds (credit default swaps)». Anche il premier Giuseppe Conte segue l'evoluzione dello spread, si dice preoccupato «ora che è salito» ma «non significa che bisogna essere ossessionati dall'indice».
I conti pubblici dell'Italia restano a margine dell'Eurogruppo per ora, pronti a tornare protagonisti nella riunione di giugno. Le previsioni economiche della Commissione Ue hanno già fotografato l'aumento del debito, e le raccomandazioni che arriveranno il 5 giugno non potranno che riaprire il rischio di una procedura, la stessa che l'Italia ha rischiato a dicembre scorso. «Mi aspetto che l'atteggiamento (della Commissione Ue, ndr) rimanga uguale, abbiamo un'interlocuzione continua e quella rimarrà dopo le elezioni», ha detto Tria, confermando che l'esito del voto non cambierà per ora gli equilibri all'interno dell'esecutivo europeo.
Sale intanto la pressione dei partner dell'Eurozona, che avrebbero voluto vedere una procedura aperta già mesi fa. «Il comportamento dell'Italia non può essere accettato», ha detto il ministro delle Finanze austriaco, Hartwig Loeger, attaccando Tria. «Ha ceduto» a Salvini «e non guarda la verità in faccia», ha sottolineato, auspicando che l'Ue «metta in chiaro che Roma sta andando nella direzione sbagliata». Loeger aveva già, in un'intervista, avvertito che l'Austria non pagherà per il debito italiano. «Penso che le persone prima di parlare debbano pensare», ha risposto Tria, ricordando che l'Italia «non chiede che qualcuno paghi per il proprio debito», e ha pagato «abbondantemente per i debiti altrui aiutando altri Paesi europei, non avendo mai chiesto un euro». Al contrario, «non credo che l'Austria abbia pagato quanto l'Italia per aiutare altri Paesi», ha detto Tria.
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