L'allarme di Bankitalia: «Nei conti degli italiani ci sono 50 miliardi di titoli a rischio»

La crescita rispetto all’anno precedente è stata di 11 miliardi, ma è solo l’1% della ricchezza totale

L'allarme di Bankitalia: «Nei conti degli italiani ci sono 50 miliardi di titoli a rischio»
di Jacopo Orsini
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Venerdì 21 Aprile 2023, 23:54 - Ultimo aggiornamento: 22 Aprile, 22:18

Aumentano i titoli rischiosi presenti nei portafogli dei risparmiatori. Le famiglie italiane alla fine dello scorso anno possedevano direttamente circa 50 miliardi di «titoli di debito complessi», in crescita di 11 miliardi rispetto all’anno prima. Si tratta di cartolarizzazioni, certificates e obbligazioni subordinate come le “At1”, diventate improvvisamente famose lo scorso marzo dopo il dissesto del Credit Suisse, che ha azzerato le sue provocando perdite ingenti per chi le possedeva. Sono tutti strumenti finanziari, sottolinea la nota della Banca d’Italia, che espongono i detentori «al rischio di perdite significative al verificarsi di uno scenario sfavorevole».
Gli asset “complessi” posseduti dai risparmiatori italiani, spiega l’Istituto centrale nella sua rilevazione, «rappresentavano circa il 18% del totale dei titoli di debito detenuti dalle famiglie», in calo però dal 20% dello scorso anno, e l’1% della loro ricchezza finanziaria a settembre 2022. «L’aumento - prosegue Bankitalia - è riconducibile ai certificates (vicini alla pura scommessa cresciuti di 11 miliardi a 37) che sono, insieme a obbligazioni subordinate e strutturate, i titoli complessi più diffusi».

Alla fine del 2022 in Italia erano in circolazione titoli di debito per un valore pari a circa 2.440 miliardi, di cui il 12% (303 miliardi) «era rappresentato da strumenti che possono essere considerati complessi».

Tra questi i più comuni erano le cartolarizzazioni (che rappresentavano il 38% dei titoli complessi, 115 miliardi), le obbligazioni subordinate (29%, 87 miliardi) e i certificates (17%, 52 miliardi). «In base alla dinamica dei volumi in circolazione, le cartolarizzazioni, le obbligazioni subordinate AT1 (8% dei titoli complessi, 25 miliardi) e i certificates si possono considerare al momento come potenzialmente rischiosi per la stabilità finanziaria», afferma ancora la Banca d’Italia.

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LE ATTIVITÀ

In particolare il volume in circolazione dei certificates - strumenti finanziari che replicano l’andamento di una attività sottostante come un paniere di titoli azionari - «è aumentato significativamente nel 2022», e le famiglie ne detengono la maggior parte (il 70%). Il valore di questi strumenti, nota ancora l’istituto centrale, «può subire ampie variazioni» e quindi «la Banca d’Italia continuerà a prestare particolare attenzione all’evoluzione di questo mercato». I certificates sono infatti titoli «il cui valore può subire ampie variazioni in relazione ai cambiamenti di prezzo degli strumenti finanziari sottostanti», osserva ancora via Nazionale che tuttavia aggiunge: «Al momento i rischi per la stabilità finanziaria derivanti dai certificates appaiono contenuti; ciò non toglie che e le perdite che potrebbero subire i detentori al verificarsi di uno scenario sfavorevole potrebbero essere in alcuni casi significative».

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