Tim, Kkr lancia l’Opa: offerta amichevole a 50 cent per azione

Il cda del gruppo si è limitato a prendere atto della proposta che valuta la società 11 miliardi. Vivendi alza il tiro pronta a dare battaglia. Sullo sfondo i sospetti di una regia di Gubitosi

Tim, Kkr lancia l’Opa: offerta amichevole a 50 cent per azione
di Rosario Dimito
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Domenica 21 Novembre 2021, 19:31 - Ultimo aggiornamento: 23 Novembre, 09:17

Con una improvvisa accelerazione rispetto alle indiscrezioni, il fondo Kkr ha annunciato l’intenzione di lanciare un’Opa su Tim che potrebbe nuovamente cambiare gli assetti dell’ex monopolista. E ieri il cda della società di tlc ha preso atto della proposta che, qualora dovesse essere accolta, prevede il pagamento di 0,505 euro ad azione, pari al 47% in più del valore di mercato fissato in Borsa venerdì scorso e al 60% sulla media di trenta giorni. Ma su Tim potrebbero scendere in campo, in competizione con Kkr anche altri fondi internazionali, come Cvc e Advent.

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Con una lettera di qualche giorno fa al presidente Salvatore Rossi, il fondo americano, che in Italia è guidato da Alberto Signori, già con un piede nel gruppo Tim attraverso il 37,5% in Fibercop, ha manifestato l’interesse «amichevole e non vincolante e indicativo» ad acquisire il 100% delle azioni ordinarie e di risparmio del gruppo tramite una Offerta condizionata al raggiungimento del 51%.

Al valore proposto per la singola azione, Tim varrebbe 11 miliardi. E ieri pomeriggio il cda straordinario convocato d’urgenza, durato meno di quattro ore, ha preso atto della proposta «basata su informazioni di pubblico dominio». Per questa ragione Kkr ha posto tra le condizioni per il lancio dell’Opa, oltre al «gradimento degli amministratori della società e il supporto del management», anche «lo svolgimento di una due diligence confirmatoria di quattro settimane» nonché «il gradimento da parte dei soggetti istituzionali rilevanti» in quanto «la società è soggetta ai poteri speciali del golden power esercitato dal governo».

Il cda non si sarebbe espresso sul prezzo indicativo, perché prima dovrà affrontare il nodo delle osservazioni mosse a Luigi Gubitosi su andamento e strategie dell’azienda attraverso le lettere di comitati, consiglieri e sindaci di cui si discuterà nel cda straordinario di venerdì 26. Ieri due consiglieri francesi (de Puyfontaine e Cadoret) e tre indipendenti (De Meo, Falcone e Moretti) hanno incalzato Gubitosi a prendere tempo su Kkr mentre l’ad vorrebbe invece stringere i tempi con il fondo. Facendo i primi calcoli, il prezzo di 0,50 euro è inferiore al valore di carico di Vivendi (0,80 euro) e di Cdp (0,55 euro). Comunque Cassa depositi, che giovedì 25 presenterà il nuovo piano, di là della convenienza economica ha un ruolo istituzionale che si proietta sulla tutela della rete, in parallelo al golden power del governo. 


La ragione di un prezzo che alcuni analisti giudicano non adeguato risiede nel fatto che Kkr prima di considerare un eventuale ritocco intende studiare bene i conti del gruppo, reduce come è noto da due profit warning e con il taglio del rating da S&P. E la decisione definitiva dipenderà anche dall’andamento del titolo in Borsa a partire da oggi: sicuramente volerà anche in relazione al forte scoperto che lo caratterizza. «Vivendi ribadisce la propria disponibilità e volontà a collaborare con le autorità e le istituzioni pubbliche italiane per il successo a lungo termine di Tim», ha fatto sapere in mattinata un portavoce del gruppo francese qualificandosi come «investitore di lungo termine». Ciò significa che Parigi non molla la presa e c’è chi ritiene possa eventualmente organizzare una contro-Opa.

GIORGETTI INFORMATO

Quanto ai rapporti sempre tesi tra Vivendi e Gubitosi, va registrata una voce che ieri circolava in ambienti vicini ai francesi a proposito della genesi dell’operazione Kkr e che vede il manager in certa misura direttamente interessato alla mossa del fondo Usa. Si racconta infatti che dopo un duro confronto a Parigi con i vertici di Vivendi avvenuto nelle passate settimane, Gubitosi avrebbe sollecitato l’intervento di Kkr in virtù dei buoni rapporti intrattenuti con i suoi vertici, visto che nell’agosto 2020 proprio con loro aveva concluso e firmato l’accordo per farli entrare nel capitale della controllata FiberCop. Se ciò fosse vero sarebbe grave, anche se prove oggettive per ora non ne sono state esibite. Resta il fatto che, secondo indiscrezioni governative, Kkr nei giorni scorsi ha informato delle sue intenzioni il Mise, tanto che il titolare Giancarlo Giorgetti avrebbe avuto un colloquio sulla proposta con Mario Draghi e, di sponda, con il ministro dell’Economia, Daniele Franco. 

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