Tim, Gubitosi lascia a Rossi e Labriola. Avviato l'iter per l'esame dell'Opa

L’ad della consociata Brasil diventa direttore generale al presidente le deleghe per seguire la proposta del fondo. Varato il comitato ad hoc per avviare le procedure Gubitosi terrà la carica di consigliere fino ad aprile

Tim, Gubitosi lascia a Rossi e Labriola. Avviato l'iter per l'esame dell'Opa
di Rosario Dimito
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Sabato 27 Novembre 2021, 07:18 - Ultimo aggiornamento: 07:19

In Tim si chiude ufficialmente la gestione Gubitosi. Ieri il cda, al termine di una discussione accesa, ha preso atto della rimessione delle deleghe annunciate la sera prima dall'ad Luigi Gubitosi che però resta consigliere fino ad aprile. Il cda ha affidato al presidente Salvatore Rossi alcune deleghe proprie dell'ad: partnership e alleanze, direzione della comunicazione, sostenibilità e comunicazioni, public affairs e responsabilità di gestione degli asset e le attività di rilevanza strategica per il sistema di difesa e sicurezza nazionale. Direttore generale è stato nominato Pietro Labriola che mantiene la carica di ceo di Tim Brasil. Il cda ha inoltre nominato Paola Sapienza lead indipendent director che coordinerà i consiglieri indipendenti. Inoltre è stato costituito un comitato ad hoc formato dal presidente Rossi, Paolo Boccardelli, Marella Moretti, Ilaria Romagnoli e Sapienza che «avvierà tempestivamente e svolgerà, con il supporto degli advisor che provvederà ad incaricare, tutte le attività istruttorie propedeutiche all'analisi della manifestazione di interesse di Kkr». Quindi serviranno ancora giorni per avviare la due diligence chiesta dal fondo Usa finalizzata e lanciare l'Opa sul 100%, con efficacia al 51%, al prezzo indicativo di 0,505 euro. Ieri il titolo non è stato travolto dal venerdì nero delle Borse e ha chiuso a 0,48 euro (-0,7%). E' evidente dalle risultanze del board che per il momento non si procederà alla nomina di un nuovo ad: del resto, se l'Opa andasse a buon fine sarà il nuovo socio forte a scegliere il vertice.

TENSIONI SU DAZN

Tim apre una fase nuova che potrebbe portare a un assetto azionario diverso e propedeutico a una svolta industriale con lo spezzatino della rete a favore di Cdp, la cessione di Inwit ad Ardian ed altri asset ceduti al miglior offerente, decretando la fine dell'ex monopolista come gruppo integrato. Ma questo è uno scenario futuro. Per il momento sarà necessario superare le tensioni di alcune settimane ed emerse con forza nella prima parte del cda che, partendo dalla lettera di Gubitosi, ha riaperto il confronto sull'andamento del gruppo.
Due giorni fa si sono riuniti il comitato rischi e il collegio sindacale per esaminare le implicazioni del contratto Dazn perché ci sarebbe uno scostamento di circa 250 milioni nei ricavi. Gli organi avrebbero convocato Stefano Siragusa, chief revenue officer, ma al suo posto si sarebbe presentato Gubitosi stesso quale perché capo azienda. Egli avrebbe smontato le critiche che l'accordo non starebbe mantenendo le previsioni con un ipotetico terzo allarme utili. Dopo Gubitosi, Siragusa avrebbe dato una versione diversa confermando la differenza di valori. Durante la discussione in cda, Gubitosi avrebbe presentato una sorta di audit in cui smentiva le ricostruzioni del manager e per il momento non ci saranno altre sorprese negative.
Infine va registrata la reazione di Matteo Salvini alla notizia del passo indietro di Gubitosi. «Bene l'abbandono delle deleghe, impensabile che andasse avanti nonostante risultati negativi e previsioni non mantenute.

Ora avanti nel nome della tutela dell'interesse nazionale: nessuna svendita di pezzi di azienda, tutela della rete pubblica, salvaguardia di investimenti e occupazione, no al cedimento a interessi finanziari stranieri».

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