PRESTO TAVOLO - "Prima di parlare delle possibili soluzioni vorrei sedermi con Open Fiber per un esame approfondito della situazione esistente e delle opportunità che presenta. Qualsiasi discussione sul tema non può basarsi su opinioni ma su numeri, fatti e dati certi", ha precisato.
PROVE DA PACIERE - In attesa di lanciare il nuovo piano industriale, Gubitosi prova a fare da paciere sul delicato dossier della Rete che vede il fondo Elliott e i francesi di Vivendi su due fronti opposti. Una conflittualità che è possibile ricomporre "creando valore per tutti gli azionisti e riportando Tim al centro del sistema italiano delle telecomunicazioni".
"TETRIS" TIM - Tanti, dunque, i pezzi da mettere insieme in questa fase di transizione di TIM mentre prosegue il braccio di ferro tra l'azionista di maggioranza Vivendi e il Fondo Eliott con il dibattito sulla separazione societaria della rete e il progetto di sviluppo della rete in fibra di Open Fiber a far da sottofondo.
BRACCIO DI FERRO: ELLIOTT Fondo Elliott sale al 9,4% - VIVENDI: "APPROCCIO OPPORTUNISTICO" - "Elliott si sta comportando come un investitore puramente finanziario, con un approccio opportunistico per trarre vantaggio dalla caduta del 45% del valore delle azioni". Lo ha detto all'Adnkronos un portavoce di Vivendi dopo che Elliott ha aumentato la propria partecipazione in Tim portandola al 9,4% del capitale dal precedente 8,84%. "Il prezzo delle azioni – rileva il portavoce di Vivendi- è attualmente così basso a causa della disastrosa governance a partire dal 4 maggio. Al momento, non esiste alcun piano industriale", ha precisato.
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