Tim, Cassa Depositi e Prestiti sale ancora e corre verso il 10%

Tim, Cassa Depositi e Prestiti sale ancora e corre verso il 10%
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Sabato 9 Marzo 2019, 10:45 - Ultimo aggiornamento: 17:08
Prosegue la crescita nel capitale di Tim di Cassa depositi e prestiti in vista della cruciale assemblea del gruppo telefonico di fine mese. Cdp è salita all'8,7% del capitale e presto potrebbe andare a sfiorare il 10%. Ma anche i fondi sono in movimento, con la speranza per Vivendi di trovare qualche alleato in un partita che per ora appare in salita.

La Cdp all'ultima assemblea del gruppo tlc, nella quale aveva vinto la lista Elliott, deteneva il 4,9% di Tim e aveva di fatto preannunciato la sua crescita: lo sta facendo entro i tempi perché la quota possa interamente avere i diritti di voto nell'assise del 29 marzo. All'inizio del mese aveva infatti già comunicato alla Sec statunitense di essere salita al 7,1% e non si esclude che l'ultima mossa possa portare a un ulteriore incremento fino a sfiorare il 10% entro il 20 marzo. Ovviamente in questo modo Cdp è ancora più decisiva nella sfida tra Elliott e Vivendi, ma di fatto - essendo anche azionista al 50% di Open Fiber - potrà favorire la costituzione della rete unica, alla quale è favorevole il governo. Gli schieramenti sembrano quindi definiti, con Elliott ufficialmente al 9,95%, Cdp che dovrebbe avvicinarsi in fretta a questa quota, Vivendi sempre al 23,7%, ma nella scorsa assemblea era partita con un vantaggio nettamente maggiore.

La Cdp in tutto finora ha speso 960 milioni per rastrellare l'attuale quota Tim a un valore medio di carico dei titoli che è leggermente sceso a 0,726 euro ad azione e, a fronte dell'ultimo prezzo di Borsa di 0,556 euro, una minusvalenza latente attualmente pari a circa 225 milioni. Gli ultimi acquisti della Cassa sono avvenuti tra l'1 e l'8 marzo e, dai minimi di fine gennaio, Tim in Piazza Affari ha recuperato il 25%, con un notevole aumento dei volumi negli ultimi giorni.

Mercoledì e giovedì scorsi - fanno notare gli analisti - gli scambi sono infatti stati nettamente superiori ai 200 milioni di pezzi, contro una media mensile di 132 milioni. L'ipotesi ovviamente è che i fondi si stiano riposizionando, come tutti, su un titolo che viaggia ancora molto scontato e con l'assemblea ormai alle porte. Ovviamente su questo boom di scambi hanno inciso anche gli ultimi acquisti della Cassa depositi e prestiti ma, se si andrà verso un accordo sostanziale per lo scorporo della rete in vista dell'unificazione, i vantaggi potrebbero esserci per tutti gli azionisti. 

 
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