Viene visto come "ancora plausibile" raggiungere o superare la previsione di crescita del DEF per l'anno in corso, nonostante la recente correzione nei mercati finanziari e l'allargamento dello spread "potrebbero avere effetti negativi sulla fiducia di famiglie e imprese nei prossimi mesi, nonché sulla spesa per beni durevoli attraverso l'effetto ricchezza nella seconda parte dell'anno".
Sul fronte dell'inflazione, il Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF) afferma che "è lecito immaginare che se si confermerà la tendenza alla stabilizzazione o al ribasso dei prezzi dell'energia, l'inflazione complessiva rallenterà nella seconda metà dell'anno". Allo stesso tempo viene ammesso che la componente di fondo potrebbe rimanere "relativamente elevata" anche perché è prevedibile che la crescita salariale cominci ad accelerare. Viene ricordato che l'Istat ha pubblicato una previsione di inflazione al netto degli energetici importati del 4,7% per il 2022, che sarà il riferimento di partenza per aggiustamenti previsti dai contratti salariali vigenti o da quelli in via di definizione.
L'impennata dei prezzi energetici si è riflessa anche nel peggioramento della bilancia commerciale e di quella delle partite correnti. "Dopo anni di elevati surplus, negli ultimi mesi la bilancia delle partite correnti è invece passata in deficit sebbene la performance delle esportazioni sia rimasta molto buona, così come quella della bilancia non energetica", viene sottolineato. Nel 2021 l'Italia ha per la prima volta superato la Francia come valore delle esportazioni di merci (oltre 500 miliardi), diventando il terzo Paese esportatore dell'UE dopo Germania e Olanda.
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