Terna, parte il progetto Sicilia: prima tranche da 300 milioni. Il nuovo elettrodotto per collegare le tre sponde dell’isola

Terna, parte il progetto Sicilia: prima tranche da 300 milioni. Il nuovo elettrodotto per collegare le tre sponde dell isola
di Roberta Amoruso
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Sabato 24 Ottobre 2020, 00:16 - Ultimo aggiornamento: 00:38

Terna punta altri 300 milioni sulla Sicilia e sulla “sicurezza elettrica” da una parte all’altra della costa. Sarà un nuovo elettrodotto sull’asse Chiaramonte Gulfi-Ciminna ad aumenterà la capacità di trasporto verso l’area occidentale dell’isola, a garantire un salto nella qualità e nella continuità della fornitura, ma anche a favorire la raccolta dell’energia elettrica prodotta da impianti a fonti rinnovabili. Un progetto già inserito nei piani del gruppo guidato da Stefano Antonio Donnarumma che, però, ha appena incassato ieri da parte del ministero dello Sviluppo Economico la ripresa dell’iter di conferma dell’autorizzazione al collegamento.
Nel dettaglio, l’investimento prevede la realizzazione di un nuovo elettrodotto in doppia terna a 380 kV lungo 172 km, che collegherà le esistenti stazioni elettriche di Chiaramonte Gulfi in provincia di Ragusa e Ciminna in provincia di Palermo, attraversando 6 province (Agrigento, Caltanissetta, Catania, Enna, Palermo e Ragusa) e 24 Comuni. «Sarà il primo collegamento ad altissima tensione nella parte occidentale dell’isola, attualmente caratterizzata da una rete a 150 kV - viene spiegato nella nota - Un intervento fondamentale per superare la sezione critica fra l’area orientale e l’area occidentale della Sicilia, creando migliori condizioni per il mercato elettrico».

Una volta realizzata l’infrastruttura, Terna potrà dismettere circa 20 km di linee elettriche in aree densamente abitate e in aree di pregio ambientale e culturale, per un totale di circa 60 ettari di territorio liberati da vecchie infrastrutture. Non solo. Per la costruzione dell’opera verranno coinvolte 60 imprese e non meno di 450 lavoratori.

L’elettrodotto Chiaramonte Gulfi-Ciminna non è che uno dei tasselli del gruppo Terna della strategia di investimenti in Sicilia.

Il piano industriale illustrato a marzo scorso prevedeva investimenti sull’isola per oltre 1,1 miliardi in cinque anni, un impegno raddoppiato rispetto a quello del Piano precedente e capace di rendere l’isola, nelle intenzioni di Terna, «la prima regione italiana per investimenti sullo sviluppo e la sicurezza della rete elettrica». Questo grazie a lavori destinati a impiegare nel complesso circa 320 imprese quasi tutte italiane e oltre 1.300 tra operai e tecnici impegnati in attività di cantiere e lavorazioni in fabbrica, più circa 170 fra professionisti e studi tecnici.

Sarà il nuovo piano industriale sul tavolo del cda il 19 novembre, il primo a firma Donnarumma, a fissare i nuovi obiettivi del gruppo per tutto il Paese, che tengano conto del nuovo scenario aperto dalla pandemia, oltre che degli effetti del lockdown della primavera scorsa. 

Gli ultimi dati di settembre sono incoraggianti. E lo stesso Donnarumma nei giorni scorsi, subito dopo l’inaugurazione del nuovo elettrodotto tra Capri e la terraferma, esprimeva un certo ottimismo sulla ripresa in corso nel Paese, naturalmente riservandosi un giudizio più compiuto più avanti, vista la piega presa dal virus. «Seppure nei primi 9 mesi dell’anno i consumi sono stati inferiori del 7%, settembre è comparabile con l’anno scorso - ha sottolineato - Settembre è un mese importante, mediamente ogni punto percentuale di assorbimento elettrico corrisponde a un punto di Pil e ciò vuol dire che i grandi energivori italiani stanno lavorando molto». 

Nella nuova strategia ci sarà anche «un capitolo sul new normal: sulle tecnologie da applicare, sugli accordi sindacali, su quello che necessita fare per garantire al meglio il proseguo delle attività nei prossimi mesi e anni», ha annunciato Donnarumma. Più in generale, «continuerà un focus importante sugli investimenti del core business, della trasformazione elettrica, coerenti con il processo di transizione energetica del Pniec (il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima, ndr)». Ed è atteso dal mercato anche un incremento delle risorse in campo. Il piano 2020-2024 già prevede 7,3 miliardi di di investimenti per la rete elettrica italiana per abilitare la transizione energetica. Si tratta di un livello di investimenti definito «il più alto di sempre», grazie a un incremento di circa il 20% sul piano precedente. 
 

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