Virano (Telt): Tav riparte con soldi Ue: 814 milioni, cantieri a prova di Covid

Virano (Telt): «Tav riparte con i soldi della Ue: 814 milioni, cantieri operativi ma con le cautele legate al Covid»
di Umberto Mancini
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Giovedì 23 Aprile 2020, 10:59 - Ultimo aggiornamento: 16:43

Riparte la Tav. E non era affatto certo. E' arrivato l'ok dalla Ue alla rinegoziazione della prima tranche del finanziamento da 814 milioni. Risorse che erano rimaste in bilico dopo le turbolenze politiche, tanto per usare un eufemismo, dei 5Stelle che hanno tentato in tutti i modi di bloccare l'opera. «La notizia è importante - dice al Messaggero Mario Virano, direttore generale di Telt, la società mista italo-francese che gestisce i lavori di quella che sarà la maggiore opera infrastrutturale europea - perché non era scontato che l'Ue accettasse di rivedere i programmi e desse valore agli impegni già realizzati. Il 2019 è stato un anno complesso, difficile, e nonostante i problemi e le frizioni politiche il 91% delle scadenze è stato rispettato».

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C'era davvero il rischio che saltasse tutto?
«Dico solo che siamo contenti di aver dimostrato con il nostro lavoro alla Commissione Ue che c'è stata, nonostante qualche sfasatura politica, una continuità delle opere. Continuità che è alla base della continuità del finanziamento. Non era facile dimostrarlo».

Se fosse stato per l'ex ministro Toninelli e se si fosse seguita l'analisi costi benefici la Tav sarebbe stata sepolta.
«Non è andata così. E bisogna dare atto al governo, al premier Giuseppe Conte e ai nostri partner francesi e alla Commissione Ue di aver creduto nel progetto nei passi compiuti, dando fiducia e confermando risorse importanti in vista del completamento».

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«Il presidente del Consiglio, era luglio dell'anno scorso, ha valutato in profondità la situazione e ha affermato che bloccare l'opera sarebbe costato più che completarla. Poi, come si ricorderà, ci sono stati il voto in Parlamento, la spinta della Commissione Ue pronta ad aumentare il finanziamento dal 40 al 55%, la mobilitazione dei cittadini e il decisivo summit bilaterale di febbraio con il presidente francese che ha ribadito la strategicità della Torino-Lione».

In breve, i lavori non si sono mai fermati.
«Abbiamo rispettato il 91% delle milestones. Questo ha consentito di salvare tutto il finanziamento della prima tranche. E, soprattutto, di ottenere una dilazione per il completamento degli impegni che in prevalenza riguardavano le procedure di gare bloccate».

Possiamo entrare nei dettagli?
«E' stato prolungato al 31 dicembre 2022 il programma del Grant Agreement, l'accordo tra Unione europea, Italia e Francia nell'ambito della Connecting Europe Facility per la prima tranche del finanziamento Ue alla sezione transfrontaliera della Torino-Lione. L'accordo originale, di cui il Mit è coordinatore anche per conto della Francia, sottoscritto a dicembre 2015, prevedeva un finanziamento di 814 milioni sul totale di 1,915 miliardi di lavori da realizzare nel periodo 2015-2019. Ora è stato aggiornato al 2022, tenendo conto della capacità realizzativa del Telt. L'Inea, l'agenzia che si occupa del finanziamento dei programmi Ue e degli Stati, ha dato il via libera».

Quando ripartiranno i cantieri anche alla luce dell'emergenza virus?
«Pur con numerose cautele e riducendo i turni a Saint-Martin-La-Porte, i lavori non si sono mai fermati. E ora stiamo mettendo a punto il nuovo planning. Gli 814 milioni stanziati attiveranno opere per 1,9 miliardi. Mentre da qui al 2022 dovremmo rispettare 258 milestones tra bandi di gara da attivare, appalti, lavori da svolgere sotto il controllo europeo».

Poi il prossimo anno partirà il negoziato con la von der Leyen per la fase finale dell'opera?
«Sì. Il contributo Ue per il settennato fino al 2027 potrebbe arrivare fino a 3 miliardi. Attualmente sono già attivi sei cantieri tra Italia e Francia e sono stati appaltati oltre il 20% dei lavori totali previsti per l'opera oltre ad aver scavato 30 km di gallerie per il tunnel».

I prossimi bandi di gara?
«E' in corso la gara di due lotti pari a 2,3 miliardi per i lavori sul tunnel di base su territorio francese. L'assegnazione arriverà a fine anno. Sul versante italiano invece è in corso la gara da 1 miliardo sempre per il tunnel di base da affidare entro il 2021».

Alla fine quanto sarà costata la Tav nel suo insieme?
«La sezione transfrontaliera, con il tunnel e le due piattaforme, circa 8,3 miliardi, da dividere tra Ue e i due Stati. Per le parti nazionali il costo dipenderà dal progetto di spending review avviato dal ministero francese, come fatto in Italia, e dal possibile finanziamento Ue al 50%, finora non previsto, anche per le tratte nazionali».

Lei ci spera davvero?
«Sarebbe il riconoscimento di un grande impegno svolto in questi anni e della qualità del lavoro. Con i due Paesi che hanno collaborato fianco a fianco, dando prova di grande unità. I posti di lavoro diretti e indiretti saranno oltre 4 mila per i dieci anni di costruzione del tunnel».

 



 
 
 

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