La via d'uscita è quella di rivedere il piano originario, tagliando spese per circa 1,5 miliardi e rinviando nei tempi altri esborsi. Ma la decisione, tutta politica, non sarà presa subito. Toninelli vuole prende tempo: «L'analisi dei tecnici è arrivata, non è segretissima, stiamo facendo una cosa molto complessa, non è che un documento solo perché mi è arrivato lo protocollo. Lo stiamo analizzando, ci vorranno pochi giorni per dire se è ok, poi verrà protocollato». Chi invece incalza il ministro è Paolo Foietta, commissario straordinario del governo per la Torino Lione, che attacca: «Ho scritto 12 lettere ma dal dicastero non ho mai avuto risposta». Poi ribadisce la regioni del si alla Tav. Il costo complessivo - ha spiegato in una audizione - ammonta a 15 miliardi di euro, «ben al di sotto dei 20 miliardi di cui si parla». In particolare, i costi da sostenere si attestano a 4,7 miliardi, comprensivi dei 3 miliardi di costi di competenza italiana degli 8,7 miliardi della sezione transfrontaliera. A questo si aggiungono 1,4 miliardi dei costi di lavori già fatti per 30 chilometri di gallerie di cui 26 chilometri già scavate che faranno parte del tunnel di base. Lavori, questi, ha puntualizzato Foietta, che «ora è un problema chiudere».
Secondo i calcoli forniti da Foietta, i costi derivanti dall'eventuale abbandono del progetto si attesterebbero sui 2,5 miliardi. «Anche senza pagare penali si dovranno restituire i soldi ottenuti e bisognerà farsi carico dei contenziosi che deriveranno dall'interruzione del lavori, e quando parliamo di 2,5 miliardi parliamo di questi valori senza parlare di penali».
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