Tasse, aliquote Irpef diventano 4 (cancellato scaglione 41%). No di Confindustria: «Nessuna visione sul futuro»

Accordo politico trovato al Mef tra le forze di maggioranza sul taglio delle tasse: quella al 38% passa al 35%, quella al 27% passa al 25%

Tasse, aliquote Irpef diventano 4 (cancellato scaglione 41%). No di Confindustria: «Nessuna visione sul futuro»
4 Minuti di Lettura
Giovedì 25 Novembre 2021, 11:12 - Ultimo aggiornamento: 17:04

Sul taglio delle tasse dal 2022 c'è l'accordo. Le aliquote Irpef vengono ridotte da 5 a 4 e gli scaglioni rimodulati con l'obiettivo del governo e del ministro dell'Economia Daniele Franco di alleggerire il prelievo Irpef sui redditi medi: «C'è l'accordo politico ad agire sulle aliquote Irpef. E altrettanto un ragionamento sull'Irap che vede una scelta verticale, partendo dalle 850mila persone fisiche, autonomi e ditte individuali, aggiungendo eventualmente le start up. Questo è l'accordo politico, ora Franco ne deve parlare con Draghi, noi con i nostri partiti e poi rivederci», ha detto il viceministro al Mise Gilberto Pichetto al termine del tavolo al Mef. La riforma dell'Irpef e il taglio dell'Irap sono entrambe «un primo passo strutturale, non solo per il 2022». E si resta «entro gli 8 miliardi» che ci sono sul tavolo.

No di Confindustria

«LA SFORBICIATA ALLe aliquote Irpef disperde risorse limitate a soli 8 miliardi, con effetti impercettibili sui redditi netti delle famiglie, soprattutto qualora il taglio fosse finanziato anche da una copiosa eliminazione delle agevolazioni. La soluzione raggiunta non dà certezze che tali benefici potranno essere mantenuti nelle annualità future, non dà alcuna risposta a poveri e incapienti, limita l'intervento sull'Irap alle persone fisiche senza migliorare la competitività delle imprese, non interviene in alcun modo a favore di giovani e donne che hanno più di altri pagato questa crisi. Se lo sommiamo agli errori sin qui compiuti sulla revoca di importanti agevolazioni, quali il Patent Box e la rivalutazione ed il riallineamento dei valori patrimoniali degli asset d'impresa, e al calo pluriennale degli incentivi Industria 4.0, significa inequivocabilmente non tenere in alcuna considerazione le imprese che garantiscono l'occupazione e stanno trainando la ripresa». È il giudizio di Confindustria sull'accordo raggiunto dalla maggioranza per il taglio dell'imposizione fiscale finanziato in Manovra.

Tasse, il taglio Irpef sale a 7 miliardi. Franco: «Crescita verso il 6,3%»

Aliquote Irpef da 5 a 4

Nell'intesa politica trovata sul fisco, scendono da 5 a 4 le aliquote Irpef, con la cancellazione di quella al 41% e con il taglio di 3 punti di quella al 38% che passa al 35%. La fascia di reddito fino a 15mila resta al 23%, quella 15-28mila va dal 27% al 25%, quella 28-50mila va dal 38% al 35%, mentre oltre i 50mila si passa direttamente al 43%. Sulla no tax area si valutano piccole modifiche.

Addio bonus Renzi - Il bonus di Renzi da 80 euro, diventati poi 100, sparirà con la riforma dell'Irpef. Secondo quanto si apprende, le detrazioni saranno riordinate, e riassorbiranno i bonus. Il lavoro di definizione delle detrazioni è ancora in corso.

Le reazioni

«Irpef più semplice e leggera per tutti i contribuenti, via l'Irap per tutte le persone fisiche: la Lega è al governo per difendere famiglie e imprese», ha detto il leader della Lega Matteo Salvini. «Dopo il taglio delle tasse - ha aggiunto - è urgente abbassare i prezzi delle bollette di luce e gas risparmiando sugli sprechi del Reddito di cittadinanza. Oggi il costo dell'energia elettrica in Italia ha toccato livelli record».

Sulla manovra «è stato raggiunto un accordo positivo tra i rappresentanti dei partiti, sono state accolte le proposte di Forza Italia, verrà cancellata l'Irap per le persone fisiche, quindi per i professionisti - ha detto l'europarlamentare di Forza Italia, Antonio Tajani -. È l'inizio della fine dell'imposta rapina. Siamo soddisfatti di questo primo passo compiuto e si va nella giusta direzione per la riduzione delle tasse. È l'impegno prioritario di Forza Italia anche per sconfiggere il coronavirus che deve essere combattuto anche sul fronte sanitario». 

«L'accordo che sta delineandosi sulla riforma dell'Irpef, all'interno del tavolo al ministero dell'economia, prospetta un taglio dell'imposta sul ceto medio che il MoVimento 5 Stelle ha immediatamente posto tra i suoi obiettivi - le parole del senatore Mario Turco, vicepresidente designato del M5S -. Anche le altre forze politiche, come Pd, Lega e Fi, inizialmente più propense a chiedere interventi sul cuneo contributivo o sulla sola Irap, alla fine sono approdate alle nostre posizioni. Si tratta di una risposta importante a lavoratori, pensionati, imprese individuali, società di persone, autonomi e professionisti troppo spesso, e per troppo lungo tempo, esclusi da interventi di alleggerimento fiscale. Inoltre l'accordo, nel prospettare il passaggio da 5 a 4 aliquote, si inserisce in quella scia di semplificazione che il MoVimento 5 Stelle ha sempre chiesto, tanto da aver presentato la nostra proposta originaria di riforma dell'imposizione personale come tendente alle 3 aliquote Irpef». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA