Tasse e acconti, moratoria da 8 miliardi. Misiani: «Slitta la dichiarazione dei redditi»

Tasse e acconti, moratoria da 8 miliardi. Misiani: «Slitta la dichiarazione dei redditi»
di Umberto Mancini
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Martedì 24 Novembre 2020, 00:52 - Ultimo aggiornamento: 11:32

Una moratoria fiscale per le scadenze di fine anno. Per dare ossigeno ai contribuenti e affrontare l’emergenza in maniera efficace. Va dritto al punto il vice ministro dell’Economia Antonio Misiani che conferma al Messaggero il piano del governo sul fronte della tasse. Un piano che l’esecutivo vuole in qualche modo condividere anche con Forza Italia che, tra i partiti dell’opposizione, è l’unico a tendere la mano per votare lo scostamento di bilancio finalizzato proprio a trovare nuove risorse per l’emergenza.

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Viceministro Misiani, come si articolerà questa nuova pax fiscale e come verranno declinati gli interventi?
«Prima voglio premettere che il governo si è impegnato a fondo in queste settimane per affrontare la nuova ondata Covid sotto il profilo economico.

Come sa è stato approvato il Ristori Ter che ha portato ben oltre quota 10 miliardi la dotazione di risorse a disposizione delle aziende e dei settori che hanno visto le attività bloccate o ridotte dalle misure restrittive che sono state varate. Un meccanismo a geometria variabile, che è adattabile alle diverse classificazioni di rischio delle singole Regioni e che sarà ulteriormente implementato qualora ce ne fosse bisogno. Secondo le nostre stime sono oltre 600 mila le imprese beneficiarie, ma è un numero destinato a crescere».

Ristori da una parte per colmare il calo drammatico del fatturato, ma sul fronte fiscale ci spiega cosa farete concretamente?
«Ci sarà una moratoria ampia. Faremo slittare i pagamenti delle prossime scadenze per i contribuenti che hanno avuto un calo del fatturato».

Sposterete anche il termine di presentazione delle dichiarazioni dei redditi del 30 di novembre? 
«Anche questa proposta è sul tavolo. Di tutto questo, il ministro Roberto Gualtieri ne sta parlando con maggioranza e opposizione, per confrontare e condividere le scelte». 

Di quanto slitterà la dichiarazione dei redditi?
«Potrebbe slittare di una decina di giorni, tra l’altro ce lo chiedono i commercialisti per evitare di rendere ancora più complicato l’ingorgo fiscale di fine anno».

Quanto vale questo pacchetto fiscale?
«Dovrebbe assorbire gran parte degli 8 miliardi che abbiamo chiesto al Parlamento».

In cambio Forza Italia voterà lo scostamento di bilancio finalizzato proprio a trovare queste risorse?
«Forza Italia ha dato la sua disponibilità con un apprezzabile senso di responsabilità, e credo che sia sempre giusto rispondere positivamente alle offerte di dialogo. Le loro proposte sul fronte fiscale e dei ristori sono costruttive».

Di quanti mesi si parla?
«Ne stiamo ancora discutendo. Ci sono varie ipotesi: da un rinvio delle scadenze di qualche mese, a possibili rateizzazioni. Vedremo».

Rivederete anche il regime delle rottamazioni delle cartelle?
«Ci sono sollecitazioni in questo senso, le stiamo valutando. Anche di questo ne parleremo con i gruppi parlamentari a stretto giro».

In effetti se si vogliono rinviare i pagamenti il tempo stringe?
«Va fatto un decreto legge entro questa settimana, subito dopo l’approvazione dello scostamento di bilancio in Parlamento».

Coinvolgerete Forza Italia anche sul Recovery Fund?
«Io credo che sul Recovery Fund sia necessario il confronto più largo possibile. Con le forze economiche e sociali. Con gli ambientalisti e il terzo settore. Con gli enti territoriali. E, naturalmente, con tutte le forze politiche, comprese quelle di opposizione. Si tratta di un passaggio epocale, di una sfida decisiva per superare non solo questa crisi, ma un quarto di secolo di stagnazione e declino. Presenteremo il Piano nazionale nei tempi previsti, costruiremo un quadro normativo ad hoc e non ci lasceremo sfuggire questa opportunità storica di cambiare il paese».

Ci sarà una sorta di cabina di regia o un commissario?
«La governance del Piano è un nodo cruciale. Sì cita spesso il nuovo ponte di Genova come esempio da seguire. Io credo che sarebbe utile guardare anche ad un’altra esperienza di successo: l’Expo di Milano. Un modello efficiente, rapido e trasparente».
 

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