Tasse, arriva il taglio dell’Irpef sconto al ceto medio. Sforbiciata anche all’Irap. Le Aliquote

Incontro al Tesoro con i partiti: si va verso la riduzione di 2 punti dell’aliquota del 38%. Manovra ancora bloccata in Parlamento: lite Pd-M5S, slitta la nomina dei relatori

Tasse, arriva il taglio dell Irpef sconto al ceto medio. Sforbiciata anche all Irap
di Andrea Bassi
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Sabato 20 Novembre 2021, 01:22 - Ultimo aggiornamento: 21 Novembre, 09:48

Il taglio delle tasse riguarderà sia i lavoratori sia le imprese. Gli otto miliardi di euro stanziati dal governo nella legge di Stabilità in discussione al Senato, saranno divisi tra questi due capitoli: sei all’Irpef e due all’Irap. Il primo confronto tra i responsabili economici della maggioranza e il ministro Daniele Franco, è andato diretto nel merito della questione. Ieri, dopo un vertice durato quasi due ore, il ministro ha deciso di dare mandato ai tecnici del Tesoro di simulare gli impatti e i costi delle varie proposte presentate ieri dai partiti. Probabilmente una simulazione ci sarà anche sulla richiesta avanzata dalla Lega, di procedere con un azzeramento dell’Iva sui beni di prima necessità. Una misura il cui costo è, comunque, noto: circa 3 miliardi. Difficile però, che si possa intervenire già con la manovra di bilancio sull’imposta sul valore aggiunto. Tema sul quale la delega fiscale del governo prevede un intervento complessivo. 

La platea

Due punti appaiano invece fermi: l’intervento sull’Irpef, partendo dalla classe media, ossia i lavoratori che oggi hanno un reddito compreso tra i 28 mila e i 55 mila euro e che si trovano dunque nello scaglione del prelievo al 38 per cento, e una prima riduzione dell’Irap per le imprese.

Come tecnicamente si agirà su questi due capitoli, sarà deciso nei prossimi giorni. Il nuovo vertice con i responsabili economici della maggioranza è fissato per lunedì, per esaminare le simulazioni prodotte dal ministero dell’Economia. Probabile che già in questo incontro si cominci a fare una “scrematura” delle proposte per provare a trovare un minimo comun denominatore. Che per ora all’orizzonte ancora non si intravede. Partiamo dall’Irap. Il partito democratico, rappresentato al tavolo dal responsabile economico Antonio Misiani, e Leu, rappresentato dal sottosegretario Maria Cecilia Guerra, spingono per un taglio da 2 miliardi del Cuaf, il contributo versato dalle imprese per gli assegni familiari.

La Lega, rappresentata ieri da Alberto Bagnai, spinge per un azzeramento dell’imposta per le partite Iva, le persone fisiche e le società di persone. Anche Italia Viva, che ha partecipato al confronto con il presidente della Commissione finanze della Camera, Luigi Marattin, è per un taglio consistente dell’Irap di almeno tre miliari. 
Forza Italia, rappresentata dal sottosegretario allo Sviluppo Economico, Gilberto Pichetto, ha invece proposto una doppia via per il taglio dell’imposta regionale sulle attività produttive: orizzontale, ossia stabilendo una soglia al di sotto della quale far scattare l’esenzione; oppure verticale, iniziando il taglio esentando alcune categorie come le Partite Iva e le società di persone. Sulla riduzione dell’Irpef, come ha spiegato il sottosegretario Pichetto, «il punto di congiunzione» tra tutte le forze politiche, è agire sul ceto medio. Quindi le simulazioni che il ministro Franco produrrà lunedì si incentreranno soprattutto su questo punto. Le ipotesi sono diverse, ma che possono ricondursi a due grandi filoni. Il primo prevede di intervenire direttamente sulle aliquote, in particolare quella del 38%, riducendola di un paio di punti in modo da accorciare il salto rispetto allo scaglione precedente (l’aliquota del 27%).

Le cifre

Il secondo vorrebbe un intervento sulle detrazioni per il lavoro dipendente, aumentando quelle spettanti ai redditi fino a 55 mila euro. Ognuno dei due interventi ha pregi e difetti. L’intervento sulle aliquote, avvantaggia anche i redditi più alti e incide non solo sul lavoro ma aumenta anche le pensioni. L’intervento sulle detrazioni, simile al bonus 100 euro, si concentra sul lavoro, ma complica, e non di poco il sistema. Durante l’incontro di qualche giorno fa con i sindacati, il ministro Franco avrebbe espresso una sua preferenza per il taglio delle aliquote. Probabile che sull’Irpef arrivi anche qualche intervento “a margine”. Come quello proposto dalla vice ministro Laura Castelli per le partite Iva che fatturano fino a 65 mila euro e che hanno un’aliquota flat del 15%. Per un certo periodo di tempo dovrebbero poter “sforare” la soglia di reddito rimanendo nella tassazione flat. In che tempi arriverà l’emendamento del governo sulle tasse? Probabilmente in tempi stretti. Anche perché il governo vorrebbe chiudere l’iter della manovra in Senato entro il 18-19 dicembre per fare poi un rapido passaggio alla Camera prima di Natale. Almeno questo nei piani. Anche perché la tensione all’interno della maggioranza resta alta. La Commissione bilancio non è ancora riuscita a nominare i relatori del provvedimento. I Cinquestelle continuano a bloccare la scelta chiedendo che i relatori siano tre, uno ovviamente grillino. 

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