Tasse, stop fino ad aprile e spunta la cig di Natale (con bonus di 500 euro)

Tasse, stop fino ad aprile e spunta la cig di Natale (con bonus di 500 euro)
di Umberto Mancini e Michele Di Branco
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Venerdì 27 Novembre 2020, 00:18 - Ultimo aggiornamento: 14:19

Una moratoria fiscale ad ampio raggio, estesa anche al mondo dei lavoratori autonomi, fino al 30 aprile. Un allargamento degli indennizzi ad altre categorie produttive, finora escluse dai tre interventi precedenti. E, novità assoluta, l’arrivo della Cig di Natale per tutti coloro che hanno pagato a caro prezzo la crisi innescata dal virus. Rinvio poi delle rate della rottamazione ter e del saldo e stralcio al 1 marzo 2021 per evitare che dal 10 dicembre chi ha debiti con l’erario venga chiamato di nuovo a pagare. Il governo incassa dal parlamento, con l’ok dell’opposizione, gli 8 miliardi di scostamento di Bilancio ed ora prepara il decreto ristori quater necessario a proteggere le attività colpite dalle restrizioni. Ieri sera una riunione tra il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, e i capogruppo di maggioranza è servita per cercare una sintesi tra le forze che sostengono l’esecutivo.

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In extremis

Il provvedimento, atteso al varo a stretto giro di posta con l’autorizzazione delle Camere per non arrivare a ridosso della data limite per il rinvio delle scadenze tributarie del 30 novembre, è ancora al centro di un serrato negoziato politico e potrebbe approdare in Consiglio dei ministri, proprio in extremis, domenica pomeriggio 29 novembre. Il testo dovrebbe essere pubblicato in Gazzetta ufficiale nella stessa serata, in tempo utile per sospendere le scadenze fiscali di lunedì 30 novembre. 
La certezza è che il decreto conterrà un rinvio delle imminenti scadenze fiscali, come chiesto da Forza Italia, per tutte le attività che hanno subito un pesante calo del fatturato a causa delle chiusure anti-Covid.

Ma è forte la spinta, che arriva da ampi settori della maggioranza, per estendere gli aiuti a tutte quelle categorie che non ricevono nulla dal decreto Rilancio e dai successivi tre decreti ristori.

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Grazie allo scostamento di bilancio – fanno sapere sia dal Pd che dai 5Stelle – è doveroso finanziare con ristori a fondo perduto anche professionisti, autonomi e partite Iva, comprendendo inoltre quelle attività produttive che sono rimaste formalmente aperte ma hanno scontato nei loro bilanci la chiusura di altre attività di cui erano fornitrici. In pratica, si chiede che i ristori vengano indirizzati verso il mondo degli autonomi e in direzione della filiera (alimentare e moda) che fornisce beni e servizi a chi è costretto a chiudere. Fonti del governo confermano che un allargamento dei codici Ateco ci sarà (sci, turismo invernale e mondo dello spettacolo). A spingere, come detto, Forza Italia, che ha condizionato il suo nulla osta allo scostamento di Bilancio ad un energico aiuto nei confronti di chi è attualmente lasciato fuori dagli aiuti. Il ministero dell’Economia lavora ad un anticipo di ristori per le partite Iva. Ma gli 8 miliardi del decreto andranno principalmente al rinvio delle scadenze fiscali previste da 30 novembre in avanti e fino alla fine dell’anno. Così, il viceministro dell’Economia, Antonio Misiani, ha confermato le tasse da prorogare: secondo acconto Irpef, Ires e Irap; i versamenti dell’Iva, dei contributi e delle ritenute, «privilegiando chi subisce dei significativi cali di fatturato perché abbiamo il dovere di essere selettivi».


La dimensione

La dimensione del calo al quale legare lo stop (che, appunto, riguarderà anche il mondo dei professionisti e delle partite Iva) resta però ancora da definire. «Lo scostamento ci consentirà di intervenire sulle prossime scadenze fiscali attraverso una loro sospensione più larga di quella fatta finora che riguardava solo i settori dei codici Ateco» ha precisato il ministro Gualtieri. Il Movimento 5 Stelle punta ad una generalizzata diminuzione del 33%, sia per gli acconti che per le scadenze di fine anno. Per lo stop delle tasse di dicembre resta però ancora in piedi l’ipotesi di una più drastica contrazione del 50%. Nel nuovo decreto Ristori, tra l’altro, dovrebbe esserci un margine di 600 milioni per le modifiche del Parlamento. 
Come accennato farà il suo esordio, anche se vi sono alcuni dubbi sulle coperture, la cosiddetta Cig di Natale. Vale a dire un intervento di 1,6 miliardi per finanziare con una misura una tantum di 500 euro i lavoratori che hanno usufruito di più di 8 settimane di Cassa integrazione. Un pacchetto di ristori più organico è in programma per il 2021. «E’ evidente - ha detto il vice ministro dell’Economia Antonio Misiani - che in prospettiva, dobbiamo immaginare un meccanismo più generale di sostegno al mondo del lavoro autonomo. Lo metteremo a punto a gennaio e prevede una forma di sostegno significativa su un pezzo cruciale del mondo del lavoro italiano che non ha cassa integrazione o altri strumenti di protezione sociale». 
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