Il governo almeno per ora non fa marcia indietro e dunque la stretta sulla cessione dei crediti derivanti da superbonus o altre agevolazioni edilizie entrerà pienamente in vigore dal 7 febbraio. Intanto resta sospesa l'operatività della piattaforma di cessione crediti di Poste italiane.
Quella di dopodomani è la data a partire dalla quale sarà possibile cedere una sola volta il credito maturato a seguito della spesa per lavori. In realtà i passaggi possibili sono due qualora i titolari dell’immobili optino per lo sconto in fattura, ovvero per cedere il credito all’impresa che effettua i lavori, invece di detrarlo dall’Irpef negli anni successivi: in questo caso chi lo riceve potrà ancora effettuare una sola cessione.
Superbonus e cessione del credito, le restrizioni
Se invece non c’è lo sconto in fattura ma direttamente la cessione ad una banca o a un altro soggetto, allora non ci potranno essere passaggi successivi.
Un problema particolare è quello di come regolarsi nel periodo transitorio, per le spese già sostenute in prossimità della scadenza di dopodomani.
La stretta del governo è motivata dalla volontà di reagire alle molte truffe emerse in questo settore, che comprendevano in molti casi la cessione di crediti fittizi a fronte di lavori mai effettivamente realizzati. Ma secondo i critici, questa misura rischia di paralizzare o almeno di frenare pesantemente un settore in fortissimo sviluppo. Le nuove regole hanno intanto spinto due tra i principali attori in campo a fare un passo indietro. Cassa Depositi e Prestiti ha infatti fermato provvisoriamente le proprie operazioni sui crediti ed anche Poste italiana ha sospeso l’operatività della propria piattaforma. Non è stata per ora comunicata una data di ripresa dell’attività. Quindi chi vuole sfruttare questa possibilità, con le nuove e più ristrette modalità, dovrà rivolgersi ad altri intermediari, ad esempio quelli bancari; i principali istituti di credito, che hanno sviluppato proprie piattaforme per la gestione dei crediti - con procedure piuttosto rigorose in chiave anti-truffa - hanno fatto sapere che la loro attività in questo campo continua.
Intanto proseguono le pressioni per un ripensamento dell’esecutivo. Praticamente tutti i gruppi parlamentari hanno annunciato emendamenti correttivi, che hanno l’obiettivo se non di tornare al precedente regime almeno di ammorbidire la stretta, o permettendo ancora una o due operazioni, oppure consentendo la circolazione dei crediti tra gli intermediari finanziari. Ma l’esecutivo sembra per ora intenzionato a tenere duro. La partita si sposta nelle aule parlamentari, dove il decreto Sostegni ter (che contiene la stretta) dovrà essere convertito in legge.
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