Sì ai controlli anti-frode, no a eccessi di burocrazia in grado di frenare il Superbonus e gli altri incentivi per la casa. Gabriele Buia, numero uno dell’Ance, va subito al punto, lanciando anche l’allarme sul caro materiali. «Bene l’estensione dei prezzari a tutti i bonus edili, per garantire la congruità dei prezzi e sbarrare la strada ad aumenti e comportamenti illeciti». Quanto però alla stretta sui controlli, la norma così come è stata pensata rischia, sempre secondo l’Ance, di causare rallentamenti o addirittura blocchi delle operazioni in corso. «È necessario - spiega Buia - che la norma non sia retroattiva e che la decorrenza delle nuove disposizioni sia relativa ai lavori avviati dopo il 12 novembre».
LA POSIZIONE
Sulla stessa linea d’onda la Confartigianato. «Preoccupa il blocco su sconto in fattura e cessione del credito imposto dal decreto Controlli, va introdotto un limite di spesa per interventi al di sotto dei quali non siano obbligatori visto di conformità e asseverazione della congruità della spesa», ha aggiunto l’organizzazione.
I LIMITI
Stando all’ultimo report dell’Agenzia nazionale per l’energia, il Superbonus aveva totalizzato alla fine di ottobre 57.664 pratiche, corrispondenti a 9,7 miliardi di euro di investimenti. A fare da traino le unità unifamiliari con 29.369 pratiche, seguite dalle unità immobiliari funzionalmente indipendenti (19.938 pratiche) e poi dai condomini (8.356 pratiche). Tuttavia, per quanto riguarda le villette la proroga del Superbonus al 31 dicembre del 2022 deve fare i conti con un limite Isee di 25mila euro. «Il limite contenuto nella manovra è troppo stringente, in questo modo si rischia di spegnere il principale motore dell’incentivo, va trovata un’alternativa», commenta a sua volta il presidente del Consiglio nazionale degli architetti, Francesco Miceli.
Sia l’Ance sia il Consiglio nazionale degli architetti spingono poi affinché venga introdotto l’obbligo di affidare i lavori a imprese qualificate, in modo da garantire sicurezza e qualità dei lavori realizzati. Come? Attraverso la messa in pista di un sistema di qualificazione che attesti la capacità delle imprese impegnate nei lavori che beneficiano dei bonus edilizi, analogamente a quanto previsto per i lavori privati di ricostruzione, con contributi pubblici, delle aree terremotate del Centro Italia.
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