La riapertura piena dei termini per le domande, chiesta dalla maggioranza, costerebbe almeno 300 milioni di euro per un solo mese, in base alle stime del Sole 24 Ore. Così, si tiene invece la porta aperta al massimo per una soluzione più soft:?consentire a chi ha già approvato una delibera condominiale entro il 24 novembre scorso di presentare una Cilas entro fine anno. Si tratterebbe quindi sì di una proroga ma in una versione ridottissima. Il pressing dei partiti – dalla Lega al Movimento 5 Stelle – non desiste però e a testimoniarlo ci sono i numerosi emendamenti presentato al decreto.
Priorità del governo è invece risolvere la questione della cessione dei crediti. "Dobbiamo trovare un meccanismo - ha affermato ancora Fazzolari - per cui le banche possano prendersi questi crediti senza mandare all'aria i conti pubblici. Vale 60 miliardi, non può pagare lo Stato". Anche su questo punto, però, pesano diversi nodi. Tutte le soluzioni immaginate finora, infatti, comportano il rischio che i crediti di imposta possano essere conteggiati, in base ai criteri Eurostat, come debito pubblico. Il tentativo dell'esecutivo, allora, è consentire alle banche di comprare di nuovi i crediti fiscali legati alle ristrutturazioni senza appesantire i bilanci dello Stato.
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