Una norma “salva-infissi”. E poi la proroga fino al 30 giugno del termine per concludere i lavori nelle case unifamiliari. E poi una certezza: il Superbonus con l’aliquota del 110 per cento «non tornerà mai più». La chiusura, netta, è arrivata dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che ieri ha parlato al convegno sui bonus edilizi organizzato dalla società di consulenza Eutekne. Il governo, ha spiegato Giorgetti, è «aperto al confronto per un secondo tempo sostenibile del meccanismo della cessione del credito», ma in futuro le nuove agevolazioni dovranno «camminare su solide gambe che tengano conto delle nuove regole di contabilità» stabilite da Eurostat. Il ministro dell’Economia ha anche raffreddato le speranze sull’introduzione di una misura, attesa, per scongelare i 19 miliardi di crediti incagliati nei cassetti fiscali delle imprese, ossia la possibilità da parte delle banche di poter utilizzare gli F24 dei propri correntisti per compensare le fatture. Giorgetti si è detto «freddo» su questa ipotesi, perché le banche e le assicurazioni, ha spiegato il ministro, «sono ben lontane dall’aver acquisito volumi di crediti di imposta tali da rischiare di non avere spazio per poterli utilizzare».
IL PASSAGGIO
Che modifiche, allora, saranno possibili al decreto legge numero 11 che lo scorso 16 febbraio ha interrotto la possibilità di scontare le fatture? Lo ha spiegato, sempre intervenendo al convegno di Eutekne, il relatore del provvedimento Andrea De Bertoldi.
Ieri durante il convegno Eutekne, Enrico Zanetti, consigliere del ministro Giorgetti, ha sottolineato come il Superbonus sia stato «vittima del suo successo». Non c’è nessun Paese al mondo», ha spiegato, «che possa reggere un sistema che genera 60 miliardi di crediti l’anno». Numeri confermati da Giovanni Spalletta, direttore del Dipartimento delle finanze. La stima inziale, ha ricordato, era che il Superbonus costasse 12,2 miliardi per 18 mesi. Nell’ultima Nadef, quella di settembre, il costo è arrivato a 61,2 miliardi e oggi prevediamo, ha detto, che possa essere già salito a 67 miliardi. «Sui cediti incagliati», ha detto Spalletta, «garantisco che stiamo lavorando per trovare meccanismi in grado di sbloccarli».