Superbonus 90, aiuto per i redditi medio-bassi (assegnato con il criterio del quoziente familiare)

Con i risparmi del passaggio al 90% un fondo per sostenere i proprietari

Superbonus 90, aiuto per i redditi medio-bassi (assegnato con il criterio del quoziente familiare)
di Luca Cifoni
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Lunedì 14 Novembre 2022, 21:34 - Ultimo aggiornamento: 15 Novembre, 13:43

Un contributo ai proprietari con reddito medio-basso per i lavori di ristrutturazione agevolati con il superbonus; agevolazione che il prossimo decreto Aiuti quater farà scendere dal 110 al 90 per cento. C’è anche una norma che ha questo obiettivo nel provvedimento approvato la scorsa settimana, che attende ora la messa a punto definitiva e la pubblicazione in Gazzetta ufficiale. Il sostegno verrà assegnato con lo stesso criterio del quoziente familiare, introdotto anche per determinare il diritto a fruire della detrazione per le abitazioni unifamiliari. Quindi invece dell’Isee è prevista una soglia di reddito fissata a 15 mila euro ma che poi viene incrementata in base alla numerosità della famiglia. Quindi con un coniuge o un convivente il parametro sale a 2 e dunque il limite di reddito complessivo diventa di 30 mila euro, con un familiare (tipicamente un figlio) si arriva a 37.500, con due a 45 mila e con tre o più a 60 mila. Questo vuol dire ad esempio che la famiglia tipo composta da due genitori e due figli potrà accedere al contributo se tutti i redditi Irpef non superano i 45 mila euro.

Superbonus, il provvedimento

La misura dell’aiuto e le modalità di erogazione dovranno essere precisate con un successivo decreto del Mef.

Le risorse necessarie saranno “ritagliate” all’interno dei risparmi ottenuti proprio con la revisione delle percentuali del superbonus: la parte restante sarà invece canalizzata in un altro fondo al servizio della manovra di bilancio per il triennio 2023-2025. Come già annunciato dal ministro Giorgetti, la legge di Bilancio dedicherà all’emergenza bollette circa 21 miliardi, mentre un’altra decina andrà a interventi diversi.

 

La strategia

Il nuovo contributo si inserisce nella strategia del governo in tema di superbonus, fondata su due pilastri: da una parte ridurre l’esborso complessivo per lo Stato, che negli anni e nei mesi scorsi, nonostante le incertezze legate ai cambiamenti normativi, ha superato gli stanziamenti originariamente previsti; dall’altra concentrare il beneficio sulle fasce di reddito basse e medio-basse, invece che su quelle relativamente più alte. In particolare il contributo dovrebbe venire incontro alle esigenze dei proprietari che all’interno dei condomini possono essere restii ad avviare i lavori, relativi sia alle parti comuni che alle singole unità immobiliari. La difficoltà, e dunque la potenziale minore attrattività dello strumento, derivano in parte dalla riduzione dell’intensità dello scontro, che passando al 90 per cento non sarà più totale; ma soprattutto dall’attuale situazione di blocco della cessione dei crediti di imposta, che limita la possibilità di fruire dello “sconto in fattura” e dunque può costringere i beneficiari ad attendere le successive dichiarazione dei redditi per fruire effettivamente del superbonus. Va detto che per i redditi particolarmente bassi una situazione del genere può rappresentare un ostacolo insormontabile, visto che queste persone rischiano di trovarsi senza “capienza fiscale”: ovvero pagando un’imposta bassa o addirittura nulla non hanno modo di sfruttare la detrazione.

Il percorso

Dopo l’entrata in vigore del decreto il Parlamento premerà - durante l’iter di conversione - per dare un po’ di tempo in più al vecchio regime del 110% (la scadenza per la presentazione della comunicazione è al momento fissata al 25 novembre). Emendamenti in questo senso sono già stati annunciati da Forza Italia. Ma nel frattempo maggioranza e governo dovranno di certo affrontare proprio il tema dei crediti ancora bloccati. Il sottosegretario all’Economia Freni ha fatto notare ieri (parlando a Sky Tg 24) che il nodo riguarda soprattutto quelli sorti prima di novembre 2021 e senza asseverazione. «Abbiamo risolto in parte il problema a settembre mettendo l’asseverazione postuma - ha spiegato Freni - ora è ovvio che questa ristrutturazione del superbonus non può, non deve e non vuole lasciare a terra tutte quelle imprese che hanno i cassetti fiscali pieni di crediti e non riescono a scontarli».

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