La prima a partire sarebbe stata Bpm. Ma tutte le altre big sono pronte a seguire a stretto giro. Le banche stanno ritornando a comprare i crediti del Superbonus in modo da “scongelare” i 19 miliardi di euro di fatture che sono rimaste incastrate nei cassetti fiscali delle imprese. La moral suasion del governo avrebbe insomma funzionato. Per settimane il ministero dell’Economia e l’Agenzia delle Entrate, hanno sostenuto, dati alla mano, che gli istituti bancari avessero ancora spazio nei loro bilanci per comprare i crediti. Uno spazio quantificato dal direttore dell’Agenzia Ernesto Maria Ruffini in 7,2 miliardi per le banche e in oltre 10 per le assicurazioni. Il Tesoro ha accolto con «soddisfazione» le risposte positive dei maggiori istituti finanziari, giudicando «costruttiva» la collaborazione avviata da diverse settimane. Le banche, ovviamente, hanno avuto rassicurazioni anche sul fatto che entro lunedì arriveranno delle modifiche al decreto in grado di salvaguardare i loro bilanci e che permetteranno di risolvere definitivamente il problema dei crediti incagliati in modo da far ripartire i cantieri.
La soluzione, insomma, sarebbe a portata di mano. «Ritengo ragionevole che nei prossimi giorni arrivino notizie positive per gli esodati creati dai governi precedenti» ha assicurato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, parlando al question time in Senato.
IL CARICO
In attesa di una soluzione sui 19 miliardi di crediti incagliati (sul tavolo ci sono l’ipotesi di utilizzare l’F24 in compensazione con i debiti fiscali e la trasformazione delle eccedenze in carico alle banche in Btp), la commissione Finanze della Camera ha iniziato l’esame degli emendamenti al Dl Superbonus approvando una serie di prime correzioni al testo, anche frutto di riformulazioni presentate dal relatore, Andrea De Bertoldi (FdI), che ha espresso «soddisfazione» per il clima di collaborazione che si è creato in commissione su un decreto difficile come quello dei bonus. È stato così, tra l’altro, concesso il mantenimento della cessione del credito e dello sconto in fattura per gli interventi di superamento ed eliminazione di barriere architettoniche. Via libera anche alla possibilità di accedere al meccanismo di cessione credito-sconto in fattura per varianti ai lavori disposte dopo il 16 febbraio scorso (data di entrata in vigore del Dl, con la relativa stretta al beneficio fiscale). Accolta anche la soluzione, basata su autocertificazioni delle parti, che consentirà ai contribuenti di usufruire del bonus per gli interventi di edilizia libera (caldaie e infissi) avviati prima del blocco imposto dal Dl.
Il ministero dell’Economia sta lavorando a un ampliamento a 10 anni dello sconto in fattura anche per quanti hanno scelto lo strumento della detrazione per usufruire del superbonus. A spiegarlo, è stato il sottosegretario Federico Freni al termine della riunione della commissione Finanze.
SCONTO IN DIECI ANNI
«Stiamo lavorando - ha annunciato Freni - per inserire anche le detrazioni che ci si sconta da soli, senza aderire allo sconto in fattura o alla cessione del credito a un periodo di 10 anni». Un allungamento rispetto agli attuali 4 anni che permetterebbe di accedere allo sgravio fiscale anche a chi ha redditi più bassi.
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