E come sempre, lo dicono i numeri: in Italia, nel 2016 i morti sono stati 3.283 per aumentare nel 2017 a 3.378 e diminuire a 3.325 nel 2018. Un andamento altalenante, che mostra quanto ancora ci sia ancora da fare sotto il punto di vista della sicurezza. Tema declinato sotto vari aspetti (lavoro, infortuni, sanità, incidenti stradali, scuola) di cui si sta occupando già da qualche mese il Tavolo Tecnico sulla Psicologia del Lavoro applicata alla sicurezza dell'ENPAP, l'Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza per gli Psicologi.
"Stiamo constatando che, nonostante l'attenzione legislativa e mediatica che ha ricevuto il problema degli incidenti stradali, i numeri dei feriti e dei morti sono ancora troppo elevati", sostiene il Presidente ENPAP, Felice Damiano Torricelli annunciando nel 2020 un grande Convegno che sia "uno spazio per attivare su queste potenzialità la politica e le parti sociali, e rappresentare tutto quello che la Psicologia applicata dimostra si possa fare – e di cui finora pochissimo si è fatto – per aumentare la sicurezza sul lavoro e sulle strade italiane". Per avviare il dibattito sulla sicurezza stradale, interviene anche il professor Fabio Tosolin, componente del Tavolo Tecnico ENPAP, "La legge mostra un primo problema, non individuando con precisione l'oggetto di attenzione: il comportamento a rischio e non il suo esito infausto. Il comportamento umano è infatti l'unica causa degli incidenti. E bisogna considerare che quest'ultimo è governato dalle conseguenze e non dagli antecedenti", premette Tosolin.
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