Stati generali della natalità, Draghi: "Nel 2020 record negativo, 340mila italiani in meno"

Stati generali della natalità, Draghi: "Nel 2020 record negativo, 340mila italiani in meno"
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Venerdì 14 Maggio 2021, 11:30
(Teleborsa) - "In Italia la spesa sociale per le famiglie è molto più bassa che in altri Paesi come la Francia e il Regno Unito. Già prima della crisi sanitaria, l'Italia soffriva di un preoccupante e perdurante declino di natalità. Nell'anno della pandemia si è ulteriormente accentuato. Nel 2020 sono nati solo 404mila bambini. È il numero più basso dall'Unità d'Italia e quasi il 30 per cento in meno rispetto a dieci anni fa. Sempre nel 2020, la differenza tra nascite e morti ha toccato un record negativo: 340mila persone in meno. Oggi metà degli italiani ha almeno 47 anni, l'età mediana più alta d'Europa". Questo il quadro presentato dal presidente del Consiglio Mario Draghi nel suo intervento agli Stati generali della natalità, presso l'Auditorium della Conciliazione a Roma.

Oggi nel nostro Paese le coppie hanno meno figli di quelli che desiderano. "Le coppie italiane – ha sottolineato Draghi – vorrebbero in media due figli, ma ne hanno, sempre in media, meno di 1,5". In tale scenario per il presidente del Consiglio lo Stato deve "continuare a investire sul miglioramento delle condizioni femminili e mettere la società, donne e uomini, in grado di avere figli" e – ha assicurato Draghi – "il governo si sta impegnando su molti fronti per aiutare le coppie e le giovani donne" in quanto "un'Italia senza figli è un'Italia che non crede e non progetta. È un'Italia destinata lentamente a invecchiare e scomparire".

Le ragioni per la scarsa natalità sono in parte economiche. "Esiste infatti – ha spiegato il premier – una relazione diretta fra il numero delle nascite e la crescita economica. Tuttavia, anche nelle società che crescono più della nostra, la natalità è in calo. Questo indica come il problema sia più profondo ed abbia a che fare con la mancanza di sicurezza e stabilità. Per decidere di avere figli, i giovani hanno bisogno di un lavoro certo, una casa e un sistema di welfare e servizi per l'infanzia. In Italia, purtroppo, siamo molto indietro su tutti questi fronti. I giovani fanno fatica a trovare lavoro. Quando ci riescono, devono spesso rassegnarsi alla precarietà. Sono pochi e sempre meno quelli che riescono ad acquistare una casa. In Italia a spesa sociale per le famiglie è molto più bassa che in altri Paesi come la Francia e il Regno Unito".

Al centro del piano Draghi per sostenere le famiglie vi è l'estensione dell'assegno unico universale. "Al sostegno economico delle famiglie con figli è dedicato l'assegno unico universale. Da luglio – ha annunciato il presidente del Consiglio – la misura entrerà in vigore per i lavoratori autonomi e i disoccupati, che oggi non hanno accesso agli assegni familiari. Nel 2022, la estenderemo a tutti gli altri lavoratori, che nell'immediato vedranno un aumento degli assegni esistenti. Le risorse ammontano a oltre 21 miliardi, di cui almeno sei aggiuntivi rispetto agli attuali strumenti per le famiglie. L'assegno unico ci sarà anche negli anni a venire, è una di quelle misure epocali su cui non ci si ripensa l'anno dopo".

Per le misure dedicate a giovani, donne e famiglie il Pnrr stanzia 20 miliardi. "Al Parlamento – ha affermato Draghi – ho elencato le misure per giovani, donne e famiglie, presenti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza tra cui la realizzazione di asili nido e scuole per l'infanzia, l'estensione del tempo pieno e il potenziamento delle infrastrutture scolastiche. Un investimento importante nelle politiche attive del lavoro, nelle competenze scientifiche e nell'apprendistato. Nel complesso, misure da venti miliardi circa, cifre mai stanziate prima. Il Pnrr prevede inoltre una clausola per incentivare le imprese a assumere più donne e giovani". Sempre sul fronte del supporto ai giovani premier ha ricordato, inoltre, le agevolazioni rivolte agli under 36 per l'acquisto della prima casa.

Aprendo il suo intervento agli Stati generali della natalità, Papa Francesco, ha definito le parole di Draghi "chiare e speranzose".




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