Statali, stipendi in aumento: maxi-bonus per chi centra obiettivi “difficili”. «Retribuzioni in linea con il privato»

Firmato il nuovo accordo con i sindacati

Statali, spazio al merito: maxi-bonus per chi centra obiettivi difficili . Aran: «Stipendi in linea con il privato»
di Francesco Bisozzi
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Giovedì 25 Maggio 2023, 21:45 - Ultimo aggiornamento: 26 Maggio, 00:36

È arrivata la firma sul rinnovo del contratto dei 6.200 dirigenti pubblici per il triennio 2019-2021. L’aumento sarà del 3,78% (più uno 0,22% per il risultato) e viene previsto un maxi bonus per i manager dello Stato che saranno in grado di raggiungere obiettivi particolarmente sfidanti. I dirigenti più performanti, a cominciare da quelli impegnati nei progetti del Pnrr, avranno così diritto a una retribuzione di risultato del 30 per cento superiore. Insomma, il nuovo contratto pone al centro il merito. I dirigenti di seconda fascia riceveranno grazie al rinnovo incrementi lordi mensili fino a 195 euro. L’asticella sale a 340 euro per i dirigenti di prima fascia dei ministeri e arriva a 390 euro lordi mensili per i dirigenti dell’Enac. Soddisfatto il sindacato Unadis, che però continuerà a chiedere una contrattazione per i dirigenti separata dai professionisti. 

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Ieri l’Aran ha anche presentato il nuovo Rapporto semestrale sulle retribuzioni dei pubblici dipendenti, in cui si confrontano i livelli retributivi medi nel settore pubblico e in quello privato.

A sorpresa oggi un giovane che entra nella Pa riceve una retribuzione d’ingresso competitiva rispetto al privato. «Dal rapporto emerge che, dal punto di vista medio, i livelli stipendiali dei funzionari pubblici si piazzano a metà classifica», ha spiegato il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo. 

I CONTEGGI

Nella Pa (ministeri, agenzie fiscali, funzioni locali) la retribuzione complessiva media annua lorda di un impiegato è pari a 31.766 euro e risulta superiore a quelle che si registrano nei settori del trasporto e della logistica (31.619 euro), nell’editoria (30.348 euro) e nel turismo (27.515 euro). Nelle tlc l’asticella si posiziona leggermente più in alto, a quota 32.159 euro, e sale fino a 34.288 euro nelle banche. Prosegue Naddeo: «L’aspetto economico non è l’unico elemento che rende attrattivo lavorare nella Pa. Nel pubblico esiste una stabilità del posto di lavoro che non ha uguali, non essendo soggetto a crisi cicliche o ad altri fattori esterni che portano il privato a licenziamenti collettivi e riduzioni del personale. Inoltre nella Pa è garantito il rispetto di tutti i diritti del lavoratore, pienamente tutelati dai contratti collettivi nazionali. Nel privato non sempre è così». 

Più nel dettaglio, la retribuzione fissa annua lorda mediamente corrisposta a un funzionario dei ministeri è di circa 32.800 euro. Nelle agenzie fiscali sale a 35.300 euro, mentre negli enti locali si attesta sui 29.900 euro. Alla retribuzione fissa si aggiungono alcune voci variabili, come straordinari, premi di produttività, indennità di disagio, turno o rischio e indennità correlate a incarichi di maggior responsabilità. Il peso della componente variabile sulla fissa varia a seconda dei settori: nei ministeri è del 14%, nelle agenzie fiscali al 17% e nelle funzioni locali arriva al 27%. Sommando fisso e variabile, i valori di retribuzione media complessiva di un funzionario dei ministeri raggiunge 37.300 euro, contro i 38 mila euro delle funzioni locali e i 41.000 euro delle agenzie fiscali. 

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