Statali, un premio per chi fa i corsi di aggiornamento. Zangrillo: «La formazione peserà anche sulla carriera»

Si inizia da digitale, con la cybersecurity, e transizione ecologica. Piattaforma on line

Statali, un premio per chi fa i corsi di aggiornamento. Zangrillo: «La formazione peserà anche sulla carriera»
di Andrea Bassi
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Domenica 5 Marzo 2023, 23:59 - Ultimo aggiornamento: 6 Marzo, 11:23

Il governo prova a spingere sulla formazione dei dipendenti pubblici. La partecipazione ai corsi entrerà a far parte della valutazione individuale e peserà, dunque, sulla corresponsione dei premi. Non solo. Il raggiungimento degli obiettivi formativi conterà anche «ai fini delle progressioni professionali all’interno della stessa area e fra le aree e qualifiche diverse». La formazione, insomma, impatterà sulla carriera dei dipendenti pubblici. Il nuovo contratto prevede del resto, la possibilità di effettuare avanzamenti anche a prescindere dai titoli di studio. Dunque a pesare saranno soprattutto le attività di formazione. A stabilirlo è una bozza di direttiva che il ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo invierà nei prossimi giorni a tutte le amministrazioni. La promozione della formazione dei dipendenti, inoltre, diventerà anche un obiettivo per la valutazione della performance dei dirigenti. Il testo, che Il Messaggero è in grado di anticipare, serve anche ad attuare uno degli obiettivi previsti dal Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, per il 2023. Il Piano prevede infatti, che entro giugno del 2026 siano offerti corsi di formazione ad almeno 750 mila dipendenti pubblici, 350 mila dei quali delle amministrazioni centrali. Il Recovery plan, inoltre, stabilisce che almeno 525 mila di questi dipendenti (245 mila dei quali delle amministrazioni centrali) debbano completare con successo i corsi di formazione. 

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La bozza di direttiva di Zangrillo prevede, confermando un obiettivo già definito anche dal precedente ministro, Renato Brunetta, che la formazione debba partire dalle competenze digitali.

E questo anche per rafforzare le competenze in materia di sicurezza informatica del personale, soprattutto in considerazione del fatto che una fetta importante dei dei dipendenti pubblici continua ad operare da remoto utilizzando lo strumento dello smart working. Il Dipartimento della Funzione pubblica ha già lanciato una piattaforma di nome Syllabus, per la formazione digitale dei dipendenti pubblici. Tutti gli impiegati delle amministrazioni possono fare un test di accesso per valutare le proprie competenze digitali e poter accedere ad un corso on line per salire di livello. La direttiva prevede che, entro il prossimo 30 giugno, le amministrazioni che ancora non hanno aderito al progetto debbano registrarsi sulla piattaforma. Entro sei mesi dall’iscrizione a Syllabus, le amministrazioni devono erogare le attività di formazione digitale ad almeno il 30 per cento del personale. 

L’obiettivo, spiega la direttiva, è raggiungere un livello di padronanza delle competenze digitali superiore a quello di ingresso. Tuttavia, aggiunge il documento, ciascun dipendente può liberamente proseguire nel percorso di miglioramento fino ad arrivare ad un livello «avanzato». Dopo il primo step di quest’anno, le amministrazioni dovranno garantire l’adesione al progetto Syllabus del 50 per cento del personale entro il 31 dicembre del 2024 e di almeno il 75 per cento del personale entro il 31 dicembre del 2025. 

Oltre alle competenze digitali, ai dipendenti pubblici sarà chiesto di formarsi anche su un altra materia considerata fondamentale: la transizione ecologica. Su questo tema, come già avvenuto per il digitale, dovrebbe essere lanciata a breve un’altra piattaforma formativa. L’offerta formativa, spiega il documento, sarà erogata dal Dipartimento della Funzione pubblica anche attraverso la Scuola nazionale per la Pubblica amministrazione (la Sna) e Formez Pa. Saranno messi a disposizione dei corsi da remoto attraverso Syllabus e altre piattaforme. Ma si andrà avanti anche su un altro progetto: Pa 110 e lode, una serie cioè di corsi di laurea a condizioni agevolate riservate ai dipendenti pubblici. 

L’OBIETTIVO

L’obiettivo finale rimane quello di un piano incisivo di formazione dei dipendenti pubblici. Nell’incontro con i sindacati di venerdì scorso, il ministro Zangrillo ha ricordato che oggi gli impiegati dello Stato fanno in media solo 1,2 giorni di formazione all’anno. Un dato del tutto insufficiente per una Pubblica amministrazione che deve affrontare sfide complesse come la rivoluzione digitale e la transizioni ecologica.

«Qualsiasi organizzazione», spiega l’atto di indirizzo del ministro, «per essere in linea con i tempi e rispondere ai mutamenti culturali e tecnologici della società, deve investire sulle competenze attraverso una adeguata formazione del personale pubblico». Ma questa formazione negli ultimi anni non c’è stata e non è stata possibile anche per effetto, spiega sempre il documento, «della riduzione delle risorse finanziarie determinata dalla spending review». Anche la macchina formativa, dunque, deve ripartire. Il personale è invecchiato (l’età media supera i 50 anni) ed è poco formato. A chi entrerà nella Pubblica amministrazione (150 mila persone l’anno), va data una prospettiva di crescita professionale legata alle capacità e alla formazione. Che, spiega Zangrillo nella direttiva, dovrà diventare un «diritto soggettivo». 

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