Statali, aumenti rinviati: manca il sì del Tesoro. Incrementi e arretrati in busta paga solo a maggio

Il contratto delle Funzioni centrali è solo il primo dei quattro contratti pubblici che il governo deve rinnovare

Statali, aumenti rinviati: manca il sì del Tesoro
di Andrea Bassi
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Mercoledì 16 Marzo 2022, 12:13 - Ultimo aggiornamento: 12:33

Slittano gli aumenti per i dipendenti delle funzioni centrali. Il contratto firmato il 5 gennaio scorso dall'Aran, l'Agenzia che tratta per il governo, e i sindacati è ancora fermo al ministero dell'Economia per le verifiche. Un controllo formale che si sta prolungando più del previsto. Non sarebbero emersi problemi finanziari, ma sarebbero state chieste diverse correzioni, quello che in gergo si chiama drafting.

Modifiche formali al testo, insomma. Gli aumenti insieme agli arretrati, secondo le attese iniziali avrebbero dovuto essere pagati già con le buste paga di marzo. Non arriveranno a questo punto probabilmente prima di maggio. Due mesi di slittamento, a meno di accelerazioni difficili da ipotizzare in questo momento. Anche se il via libera del ministero dell'Economia dovesse arrivare, come pure potrebbe essere, in settimana, poi il contratto dovrebbe essere trasmesso alla Corte dei Conti.

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Una procedura, quella dei magistrati contabili, che ha un tempo prestabilito di 15 giorni.

Poi il testo dovrebbe arrivare in consiglio dei ministri per la firma definitiva. Una procedura che, a questo punto, sarà difficile concludere prima di Pasqua. Questo significa che il primo cedolino utile per ricevere gli aumenti e gli arretrati sarà quello di maggio. Questo a meno che non si decida di anticipare il pagamento almeno degli arretrati con un cedolino separato.

Il nuovo contratto prevede aumenti tabellari, quelli che valgono per tutti i dipendenti del comparto, che vanno da un minimo di 63 euro fino a 117 euro lordi mensili per i funzionari più alti in grado. Siccome la firma è arrivata alla fine del triennio di vigenza contrattuale, nel 2021, i dipendenti avranno diritto a ricevere gli arretrati. Al netto dell'indennità di vacanza contrattuale pagata negli ultimi tre anni, gli arretrati oscilleranno da 970 fino a oltre 1.800 euro a seconda dell'area e dell'inquadramento (si veda anche tabella in pagina).
Il diritto agli arretrati vale anche per chi ha lasciato il lavoro tra il 2019 e il 2021. Per chi è andato in pensione scatterà, ovviamente, un ricalcolo pro-quota, che partirà dal primo gennaio del 2019 fino alla data del pensionamento.

Il contratto delle Funzioni centrali è solo il primo dei quattro contratti pubblici che il governo deve rinnovare. Sul tavolo ci sono anche quelli della Sanità, degli Enti Locali e della scuola. La discussione più avanzata è quella per il rinnovo del contratto per gli operatori della sanità. L'ipotesi di rinnovo per gli infermieri prevede aumenti medi di circa 200 euro lordi al mese, comprensivi dell'indennità di specificità prevista dall'ultima manovra finanziaria.
Per chiudere il contratto, tuttavia, manca ancora l'atto di indirizzo integrativo delle Regioni che hanno chiesto che sia il governo a finanziare una parte degli aumenti. Un problema simile lo hanno anche i Comuni.

Per il rinnovo del contratto degli Enti locali servono 950 milioni di euro. L'Anci, l'associazione dei Comuni, da tempo chiede un aiuto al governo avendo di fronte, oltre al rinnovo del contratto dei dipendenti, anche gli aumenti legati al caro-energia. La bolletta dei sindaci è aumentata di 500 milioni di euro. Una serie di aggravi, insomma, che i bilanci comunali fanno fatica a sopportare. In audizione in Parlamento l'Anci ha prospettato la possibilità che senza interventi del governo, i sindaci siano obbligati ad aumentare la tassazione locale o a tagliare servizi ai cittadini.
 

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