Aumenti Statali, duello sul nuovo contratto: fondi per soli 71 euro mensili e focus sul merito

Aumenti Statali, duello sul nuovo contratto: fondi per soli 71 euro mensili e focus sul merito
di Andrea Bassi
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 19 Febbraio 2020, 00:32 - Ultimo aggiornamento: 11:03

Riparte il confronto tra il governo e i sindacati sul rinnovo dei contratti del pubblico impiego per il triennio 2019-2021. Con una novità. Oggi al tavolo oltre al ministro della Funzione pubblica, Fabiana Dadone, ci sarà anche il ministero dell’Economia rappresentato dal sottosegretario Pier Paolo Baretta. La settimana scorsa i sindacati hanno chiesto al governo di stanziare almeno 1,5 miliardi di euro in più per il rinnovo del contratto. I 3,37 miliardi a regime già finanziati, infatti, non garantirebbero aumenti adeguati. E proprio su questi fondi che dietro le quinte, si sta giocando la partita più importante tra il governo e i sindacati. Nei giorni scorsi il presidente dell’Aran, l’Agenzia che siede per il governo al tavolo della trattativa, ha detto che le risorse garantirebbero un aumento medio lordo mensile in busta paga di 100 euro. Un conteggio contestato dai sindacati, secondo cui governo e Aran non terrebbero conto delle altre voci “coperte” con i 3,7 miliardi, ossia il pagamento dell’elemento «perequativo» (i 20 euro mensili garantiti dall’ultimo contratto agli statali con i redditi più bassi), del finanziamento dei salari accessori per le Forze dell’ordine e dell’indennità di vacanza contrattuale.

LEGGI ANCHE --> ​Milleproroghe, medici in corsia fino a 70 anni. Statali, più 100 euro mensili. Bollo auto resta alle Regioni

Depurati da queste voci i fondi per il contratto, secondo le elaborazioni fatte da Unsa-Confsal, il sindacato guidato da Massimo Battaglia, permetterebbero al massimo un aumento lordo medio mensile di 71,41 euro. Meno anche degli 85 euro lordi mensili dell’ultimo rinnovo. Il ministro Dadone vorrebbe convincere i sindacati a firmare un «memorandum di intesa» che fissi alcuni punti. Tra le idee ci sarebbe quella di non spalmare tutti i fondi disponibili su aumenti tabellari, ossia uguali per tutti, ma legarli maggiormente al merito, introducendo tra le altre cose una detassazione sui premi al 10% come avviene già nel privato. Ma già in passato proposte simili sono state respinte dai sindacati. Ieri Cgil, Cisl e Uil, intanto, hanno presentato una loro piattaforma unitaria per quanto riguarda i rinnovi per gli Enti locali e la Sanità. «Il nostro - ha affermato il segretario generale della Fp Cgil, Serena Sorrentino - è un impegno contro la desertificazione del pubblico e per rinnovare la Pa. Serve per questo mettere insieme due grandi temi: un processo di innovazione della Pa, che passi anche attraverso il rinnovo dei contratti e la valorizzazione di tutti i professionisti che operano nella Pa, e un piano straordinario di nuove assunzioni». «Con le piattaforme unitarie - ha spiegato il segretario generale della Cisl Fp, Maurizio Petriccioli - ci prepariamo ad una nuova stagione di valorizzazione del lavoro pubblico, mettendo al centro la crescita economica del personale; la ridefinizione dei sistemi di classificazione per lavoratrici, lavoratori e professionisti; infine, il rilancio della contrattazione di secondo livello. Ci aspettiamo che la politica passi dai proclami ai fatti». «Le piattaforme - ha concluso il segretario generale della Uil Fpl, Michelangelo Librandi - elaborate unitariamente e discusse dal gruppo dirigente, per poi passare alla consultazione dei lavoratori, puntano ad un rafforzamento di un più efficace sistema di relazioni sindacali».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA